Meno male che sei finito a fare l’illustratore, Riccardo. Torniamo, finalmente, con la nostra rubrica dedicata all’illustrazione italiana, sempre con un taglio più personale, le divagazioni sono d’obbligo, per scavare nelle vite e nelle passioni di alcuni illustratori fra i più e meno noti.
Torniamo con un nome non scelto a caso: Riccardo Guasco aka rik è una figura abbastanza nota nell’ambiente. Piemontese, nato ad Alessandria nel ’75, si dedica da sempre all’illustrazione, ispirato dalle forme cubiste e futuriste e da cromatismi ben definiti. Forme poco complesse, che Riccardo usa per descrivere i suoi mondi, fatti di ciclisti, grandi case, nuvole, uccelli migratori e cetacei.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Riccardo che, come da tradizione, ci ha mandato il suo redesign del ramoscello di Polkadot… non per metterci ansia, ma per ricordarci che fra un po’ è Natale!
✔︎ Riccardo Guasco lo conosciamo come illustratore, ma c’è di più: raccontaci qualcosa di te che sicuramente non sappiamo.
Forse non sapete che fino a poco tempo fa ero insegnante di informatica in una scuola di formazione, che in passato ho lavorato anche come gelataio e che da piccolo volevo fare il benzinaio (ovviamente nei ritagli di tempo tra un volo aerospaziale e un altro.)
✔︎ Uno dei temi più ricorrenti nei tuoi lavori è il ciclismo. Coppi o Bartali?
Assolutamente Coppi, non per tecnica o palmares, ma in quanto abito a pochi chilometri da Castellania che è il paese natale di Coppi. Non sono un ciclista ma adoro di Fausto l’umiltà e la semplicità dell’uomo, l’ho sempre visto come l’incarnazione dell’eroe semplice che con la tenacia è riuscito ad andare forte… e lontano.
✔︎ Scatto fisso, single speed o marce?
Prenderei una single speed.
✔︎ Tre parole per descrivere il tuo lavoro.
Leggero, ironico, termoautonomo.
✔︎ Che regalo ti faresti per Natale (scusa se ti mettiamo ansia)?
Me lo sono già fatto: Cintiq 22HD, e su uno ci sto pensando, una tela originale di un artista che io adoro profondamente.
✔︎ Com’è stata l’esperienza de “La Tempesta”, la personale che hai aperto con Gloria Pizzilli a Zurigo? Come avete trovato l’alchimia per fondere i vostri stili quasi agli antipodi?
Speravo mi facessi questa domanda ☺︎. L’esperienza è stata bellissima poiché abbiamo realizzato quasi da zero tutte le opere presenti alla mostra.
La scelta di lavorare con Gloria è nata per caso, dividendo il tavolo alla Limited Edition Festival sempre a Zurigo. Abbiamo pensato di scambiarci i taccuini e intervenire uno sul lavoro dell’altro, è stato terapeutico!
Gli illustratori sono spesso chiusi nelle proprie camerette e raramente si lavora a 4 mani, in un epoca di condivisione come questa mi sembrava naturale questo scambio no?! La storia ci insegna che le collaborazioni portano frutti molto interessanti (Warhol Clemente Basquiat, Gilbert & George, Christo e Jeanne-Claude…).
Così dall’incontro di due correnti di aria calda e fredda, è nata la tempesta.
Beh, la parte più bella è stata lavorare due giorni interi ai 4 grandi pannelli centrali della mostra.
✔︎ La domanda culinaria è immancabile: quale è il piatto per cui vai proprio matto?
Ce ne sono molti, ma indubbiamente il piatto che considero alla stregua della Cappella Sistina, un opera d’arte insuperabile di sapori e accostamenti, è il fritto misto alla piemontese. Arte, non più cucina.
✔︎ Lasciaci con tre illustratori da tenere d’occhio per il futuro.
Thomas Campi, Giacomo Bagnara (abbiamo già parlato con lui ndr) e Isabella Mazzanti.
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