Gli scatti di Eleonora Scalise sono pagine strappate da tanti diari segreti, sono storie che profumano di realtà e concretezza. Poetiche e visionarie, combinano teatrini visionari con l’esigenza urgente di mettere del proprio e del vissuto. Tutti noi possiamo immedesimarci nei racconti di queste donne vere, con le loro passioni e i loro drammi.
Le donne di Eleonora si interrogano sui propri sentimenti e cercano di portarli sempre con sé, amori troppo grandi e complicati che si cerca di piegare, stendere, ma scappano, scivolano dalle mani: amori inspiegabili che non ci stanno. Sono donne che tornano bambine e giocano con le tazzine, lolite favolose che sbrigano le loro mansioni quotidiane.. Rite Hayworth in guanti di plastica gialli. E non temono la pioggia e il tempo uggioso, ma imbracciano i loro ombrelli rossi e scendono per le strade a far correre i propri pensieri, combattendo battaglie intelligenti. Per poi tornare a giocare, con quei stessi balocchi, con quei soldatini che rappresentano le loro armi bianche, la loro forza e determinazione.
Donne che attendono. Giovani piccole donne che aprono i cancelli della propria libertà e del proprio pensiero, in un tripudio di colore, luce e immaginazione.
Elonora Scalise, calabrese ma bolognese d’adozione,è laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna e ha esposto per vari eventi e partecipato a diversi concorsi fotografici. Ricordo il Premio Arte 2008, nel quale si è classificata tra i 26 finalisti della categoria fotografica, con il suo “Gedeoskji Progect”, in cui ritrae la sorella Giada , musa e continua fonte di ispirazione.