Durante l’ultima edizione Mi Ami Festival 2010, Polkadot ha raccolto una serie di interviste ad alcune band partecipanti al fine di promuovere e far scoprire la scena musicale indipendente italiana. Tra queste gli Ex-Otago, band genovese che si appresta a pubblicare il suo ultimo album (anche grazie all’aiuto dei suoi fans), i quali, più scanzonati che mai, si riconfermano (sul palco e nella nostra “chiacchierata”) una delle band nostrane più interessanti del momento. Piccola avvertenza prima della lettura: gli Otaghi sono dei veri e propri istrioni, per cui attenti ai loro scherzi!
Abbiamo appena assistito ad una delle vostre tipiche performance live in cui più che ad un concerto il pubblico sembra essere invitato ad una festa tra amici dove si beve si mangia e si canta! Tutto questo sembra essere uno dei vostri punti di forza. Descriveteci il vostro rapporto con il pubblico o, come lo definite voi, i vostri “amici”.
Ex-Otago: Si esatto! Questo progetto è nato proprio così, dalle nostre radici, partendo dalle persone che ci seguono. La nostra è una propensione al contatto, una sorta di osmosi tra gioia, sudore e tatto. Stasera è mancato a causa delle transenne (e questo vuol dire che stiamo crescendo!). Il progetto vuole essere popolare come il vino e come era un po’ una volta. È l’unica strada per noi!
Alla fine dell’anno scorso, gli Otaghi hanno lanciato un’iniziativa che ha fatto ben parlare: “Anche io produco gli Ex-otago”, una maxi colletta/investimento proposta ai numerosi fan in cui, con una modica cifra, ognuno può diventare producer musicale, per di più aiutando la propria band di riferimento a portare a termine il suo nuovo disco. Come sta andando il progetto? I vostri fan saranno ricchi?
Ex-Otago: Ricchissimi!! Quasi milionari! Abbiamo la possibilità di fare ciò che ci piace chiedendo l’apporto economico dei nostri fan, cioè dei nostri amici che si sono fidati. Attualmente siamo sopra i 500 milioni. Se voi investiste più di me ricavereste più di me! Purtroppo non siamo ancora riusciti a pubblicare il disco ma non manca molto.
Sempre lo scorso anno, una nuova avventura vi ha visti protagonisti. L’incisione del vostro ultimo album in Norvegia, al fianco di Davide Bertolini dei Kings of Convenience. Raccontateci come è andata. Quali influenze ha portato il nord Europa?
Ex-Otago: È stata una esperienza incredibile! Davide Bertolini è una persona fantastica ed un grandissimo musicista italiano trapiantato a Bergen da 10 anni. La città è fantastica, unico neo è la continua pioggia. Siamo stati lì per 2 settimane e ci siamo vissuti a pieno la città.
Il vostro ultimo singolo si chiama “Marco corre”, scritta in onore del maratoneta Marco Olmo. Cosa vi ha ispirati di questo personaggio?
Ex-Otago: Per il fatto che è un lavoratore! Abbiamo una predisposizione per le persone umili all’apparenza normali ma fantastiche. Marco Olmo è un settantenne capace di battere dei ventenni. È un vegetariano ed operaio. Abbiamo parlato di un fruttivendolo in “Tanti saluti”, poi abbiamo parlato delle vecchiette che non sono capaci di portare a casa la spesa perché hanno occluso la scala che permetteva loro un più facile accesso, del nostro cane che non c’è più e del fruttivendolo costretto a chiudere a causa della vicina apertura della Coop. Ci piace parlare dei problemi della gente comune. Il nuovo disco sarà dai contenuti forti: come l’emigrazione in Costarica, ma sempre con la leggerezza e il sorriso che ci distingue. Un sorriso ci seppellirà!
Esperienza Sanremo! Salvi o incompresi?
Ex-Otago: Entrambe. In una società in cui la musica emerge da “Amici” o “X-Factor”, a noi pareva bello portare in tv una canzone da un contenuto più profondo, quale quello di Marco Olmo. Speravamo che ci fosse qualcuno illuminato e che capisse il nostro contenuto, ma a quanto pare se non si parla dell’amore sulla spiaggia o su tutti i laghi… non è possibile emergere.
Gli Ex-otago e le nuove tecnologie: musica libera in rete e vissuta ai concerti? Se si, ci date l’ok a pubblicare un vostro pezzo in ascolto per i nostri lettori?
Ex-Otago: Certo! Marco corre!
@ Pernazza: Quest’ultimo inverno c’è stata una parentesi nel mainstream televisivo al fianco di Chiambretti. Quali impressioni hai avuto venendo da un mondo, quello indipendente, talmente diverso?
Pernazza: È una esperienza diversa. Un Pernazza con le orecchie e che, però, non mischia le cose. Il tubo catodico può essere un’arma a doppio taglio che può essere sia positiva che negativa. I messaggi che lancio sono pacifici ed ironici, la gente li apprezza e mi permettono di vivere una realtà diversa rispetto a quella degli Ex-Otago. Mi ha dato qualcosa in più ma non deve togliere niente al mio personaggio nel gruppo. Chi viene a vedere gli Ex-Otago ci conosce e apprezza la nostra formula quindi tutto ciò che è esterno non importa. Abbiamo una nostra personalità molto forte e la tv non la rovina affatto. Nella redazione di Chiambretti ci sono dei nostri fan. Mi hanno contattato grazie al mondo dei social network. Non l’ho data a nessuno per andare in televisione!
Photos by Dahito