Da sempre la street art è considerata una disciplina artistica di controcultura, fedele alle sue leggi di strada e di branco, con dogmi e immaginari del tutto propri e originali. Lunga gavetta e passione viscerale sono le caratteristiche prime di quest’arte affascinante e un po’ ribelle. Gli inizi non sono facili, bisogna avere abilità con l’uso della bomboletta e costruirsi gli strumenti da sé come dei veri e propri faber della creatività: così l’aspirante writer si fa da sé il tappino con l’ago adatto per dare forma ad una linea di un certo spessore. Al principio si comincia a disegnare sui muri, anche illegalmente, tempestando le zone dimenticate della nostra città, i treni, i sottopassaggi, i ponti e chi più ne ha più ne metta. Piano piano arrivano i permessi comunali, piano piano l’artista comincia ad affinare la sua tecnica raggiungendo uno stile proprio e del tutto autentico. Oggi la street art viene ritenuta una nuova forma d’arte comunicativa ed urgente, sensibile ai problemi della società, portatrice di contenuti e voci all’unisono.
La galleria SPAZIO TINDACI ha organizzato un’interessante iniziativa, dieci artisti per dieci messaggi, dieci messaggi con un unico tema, ovvero il diritto allo studio come diritto di cittadinanza europea. Dieci artisti di fama internazionale hanno dato così vita ad una fantastica performance nel cuore del centro storico di Padova, dando il loro contributo ad una tematica di grande attualità.
L’evento, commentato da Philippe Daverio e seguito da una conferenza stampa a cui hanno partecipato rappresentanti di enti nazionale per lo studio , il sindaco di Padova, il rettore dell’Università più rappresentanti studenteschi, ha prodotto opere piene di colore e significato, che verranno esposte alla galleria di SPAZIO TINDACI fino al 29 agosto per la mostra 10 4 CT/ dieci artisti per la città.
Questi i nomi degli artisti:
Joys
Famoso per il suo lettering tridimensionale, da anni ha esteso il suo linguaggio anche alla scultura, utilizzando materiali diversi ma mantenendo sempre il suo stile inconfondibile. I suoi labirinti materici richiamano l’opera di Escher, attualizzandola con la ventata irriverente che solo un’arte di subcultura come la street art può dare.
Yama
Inizia a dipingere sulla strada durante la prima metà degli anni novanta. Dirige presto lo studio delle sue lettere verso la tridimensionalità, la ricerca del movimento continuo, l’intreccio nel percorso infinito della forma.
Made
Porta avanti un percorso artistico legato alla scultura e soprattutto alla pittura in nome della sperimentazione di materiali e tecniche riportando l’esperienza del writing su supporti più convenzionali. I suoi lavori sono caratterizzati da forme morbide e molto dinamiche.
Axe
Artista poliedrico fin da adolescente l’energia creativa espressiva lo avvicina al mondo dell’arte dipingendo tele, realizzando sculture e ogni forma di arte manuale.
Jeos
Artista eclettico, unisce nei suoi lavori pittura e scultura servendosi dell’antico metodo del bassorilievo realizzato con diversi tipi di materiali per giungere ad una sintesi di tradizionale e contemporaneo.
Boogie
La sua ricerca lo porta a viaggiare per il mondo in un confronto continuo e la ricerca estetica di luoghi degradati, quali pareti e muri, che riesce a far rinascere con la sua tecnica dando loro anima e movimento attraverso il colore e le parole.
Wiser
Riprende il concetto portante dello stile “old school” facendo rivivere nelle sue opere il suo personale concetto di arte, che va a braccetto con l’immaginario tipico della cultura hip-hop. Componente e fondatore della crew di writers True Vandalz, da anni si diletta nella video arte, arrangiando e girando molteplici videoclip per gruppi di musica rap/hip hop.
Berse
Utilizza delle figure che si possono definire “metaforiche” perchè ritraggono la realtà contemporanea attraverso un associazione di immagini o associazione primitiva di pensieri piuttosto che come ripetizione visiva. Una sorta di rappresentazione della società per figure archetipiche nelle quali chiunque può riconoscersi e in una certa misura immedesimarsi.
Kennyrandom
Artista padovano, nella sua ricerca artistica crea personaggi dalle caratteristiche simili, con lineamenti spesso solo suggeriti, il collo lungo, le labbra serrate e prominenti. Gli occhi, soprattutto, colpiscono: spesso sono chiusi, nascosti da un ciuffo di capelli o dal cappello, o addirittura mancanti. Interessanti le sue contaminazioni e lo stile misto a spray e graffiature: le scritte che l’artista esegue successivamente, a lavoro ultimato, altro non sono che il modo per rendere l’erosione del tempo sulle cose. I graffi cercano la storia dei personaggi, sono ciò che avverrebbe se i personaggi si trovassero, anziché sulla tela, sui muri della città.
Greg
La sua ricerca si basa sulle strutture urbane e sulle archeologie industriali, a partire dall’urbanistica inverte soggetto e supporto: passa dalla rappresentazione di strutture urbane alla raffigurazione delle stesse su tela. Ultimamente lavora a due nuovi progetti di denuncia: al più grande crimine dell’umanità, la guerra, e al problema dell’inquinamento.
Il comune denominatore è il motto “Graffiti is not a crime”, e il risultato è un insieme di stili e approcci diversi: colori vitaminici e nuance sul chiaroscuro, arte figurativa e temi astratti, pittura e materia, bidimensione e tridimensionalità. In questo tripudio di libertà di pensiero e azione, tutto rimanda ad un clima positivo, di forza e combattività. La bomboletta che squarcia il supporto, piena di energia, sta come a significare la voglia di farcela, l’esigenza di legittimare i propri diritti, come quello dello studio che è appunto la tematica portante di tutta la performance. Una carica e una tempra che viene direttamente dal mondo della strada, che i writers conoscono davvero molto bene, e che fa rima con resistenza, spirito di gruppo e solidarietà.