Se qualcuno dovesse chiedermi: “Come sono gli Husband?” , bene questi sono gli aggettivi con i quali li definirei: interessanti, freschi e si, possiamo dire anche fighi. Gianlorenzo e Chiara aka Husband sono uno di quei gruppi che fanno parte di quel fermento brioso italiano che si percepisce sul terreno musicale. Alla vigilia dell’uscita del loro primo EP Love Song/Slow Motion e da poco tornati da un mini tour nel Regno Unito, ho avuto il piacere di chiacchierare per scoprire il loro modo di far musica il quale, come qualcuno ci suggerisce, è sicuramente lisergico…
Iniziamo con una delle domande classiche… com’è iniziato il vostro progetto?
Gianlorenzo: Io è da un pò di tempo che facevo musica, suonavo prima con i Buzz Aldrin. Poi, ho iniziato ad arrangiare pezzi a casa, da solo. Quando ho visto che sono usciti due o tre pezzi interessanti, ho deciso di crearmi uno spazio su myspace. Mi ricordavo che Chiara aveva voglia di far parte di un progetto musicale. Cosi l’ho contattata ed è iniziato il progetto.
Da dove è nato il nome del vostro gruppo?
Chiara: In realtà ci sono due versioni. Non ho scelto io il nome ma appena Gianlo me lo ha detto, mi è piaciuto subito. La connotazione maschile del nome del gruppo è l’aspetto che più mi garbava. Mi piaceva l’enfasi sul maschio piuttosto che sulla donna, penso sia un aspetto mancante nella nostra società.
Gianlorenzo: ma il nome è nato un pò per caso, ero sul letto con la mia ragazza e si cercano nomi ed è uscito Husband, a me piaceva e l’ho proposto a Chiara.
Definiamo un pò le parti, chi fa che cosa?
Chiara: A dirla tutta, nessuno ha un ruolo ben definito. I pezzi hanno strumentazioni diverse, io tendenzialmente suono le tastiere e un pò di batteria. In ogni caso, cerchiamo di studiare e arrangiare i pezzi affinché rendano bene durante i concerti. Ogni volta cerchiamo di cambiare e sperimentare, togliendo o aggiungendo qualcosa finché la cosa non ci convince.
Gianlorenzo: Utilizziamo molto le basi durante i live. Le cose che possiamo suonare sono campionatori e sintetizzatori, tastiere e batteria. Diciamo che siamo, anche nei live, abbastanza minimali. Ci concentriamo molto di più sul cantato. Normalmente i pezzi vengono arrangiati prima a casa e poi andiamo in sala per provarli.
So che siete stati in Gran Bretagna per un mini tour, come vi ha accolto il pubblico? Com’è andata?
Gianlorenzo: L’accoglienza inglese è stata sorprendente. Noi eravamo allo stesso tempo ansiosi ed eccitati. Il pubblico ha reagito benissimo, aldilà delle aspettative!
Chiara: Si è stato sorprendete! E’ vero che quando hai il pubblico che apprezza, ignori, acquisisci più consapevolezza e ti rendi conto di quello che va bene o meno.
Gianlorenzo: Diciamo che all’estero, chi viene a sentirti, ha voglia di divertirsi. Mentre qui in Italia, siamo sempre un pò più restii, si cerca sempre di giudicare. Certo, con le dovute eccezioni.
Con che musica siete cresciuti e quanto questo ha influenzato il vostro modo di far musica?
Gianlorenzo: Questa è una domanda un pò difficile perché il processo di far musica di una persona va sempre di pari passo con dall’età. E’ difficile capire da dove prendi determinate influenze, alle volte lo fai anche in maniera inconscia, senza pensarci. Per esempio io sono cresciuto con i Nirvana, ma loro c’entrano poco con gli Husband! Ora invece sto ascoltando molto un album di Arthur Russel, come anche alcuni aspetti della musica mainstream che ora va per la maggiore, ritengo siano dei buoni stimoli.
Chiara: Beh, per esempio io sono cresciuta con l’hip hop, per poi passare alla fase grunge. Ultimamente anche io ho ascoltato Russel per un periodo, poi ho scoperto anche Linda Perhacs, cantante folk degli anni 70 che ha prodotto solo un album ma splendido. Mi piacciono anche molto i Suicide, i quali sono quelli che forse hanno più influenzato il nostro sound. Poi credo che quel noise, l’elettronica che ha caratterizzato gli anni ’71/’80 sia molto interessante.
Poi volevamo sapere… cosa bolle in pentola?
Gianlorenzo: Qualcosa bolle sicuramente ma, a fuoco lento. Per ora siamo concentrati sull’uscita dell’EP. Poi stiamo registrando pezzi nuovi per l’album.
Chiara: Gianlo, è maniacale, un vero artista in questo senso.
Come vedete il panorama musicale italiano?
Gianlorenzo: è sicuramente in fermento, ci sono molti gruppi interessanti che fanno della buona musica. Si sta prendendo più coscienza delle proprie capacità e possibilità, e i progetti hanno sicuramente più personalità.
Chiara: una cosa che ho notato è che i gruppi italiani sono visti in maniera un pò esotica, soprattutto all’estero. Insomma dovrebbero uscire un pò di più!
Fatevi un augurio…
Gianlorenzo: Sicuramente quello di poter continuare a suonare e vivere di musica.
In effetti, questo è una delle cose più belle che si possano augurare a chi ama far musica. Noi lo facciamo a gran voce, con tutti gli scongiuri di dovere.