Cut Copy
Il nostro Sonar by night quest’anno lo aprono gli australiani Cut Copy. Pezzi dell’ultimo album, Zonoscope, ma anche tante hits, come “Hearts on Fire” che contribuiscono all’euforia generale: tra “Take Me Over”, “Need You Know”, “Out There In The Ice”, “Lights & Music”, balliamo senza sosta con il loro electropop.
Munchi
L’aperitivo perfetto in attesa dell’esibizione di M.I.A. Il giovane e capellone dj, mezzo dominicano, mezzo olandese, guru del “moombathon”, con il suo mix frenetico di suoni latini e giamaicani si è rivelato per noi una bella sorpresa.
M.I.A.
Chioma bionda ossigenata ed occhiali da sole: sexy ed aggressiva, M.I.A. arriva sul palco con quasi mezzora di ritardo ma lo fa letteralmente con stile. Intro e proiezoni video che mixano Bollywood con politica internazionale, spara a raffica quasi tutte le sue hits, compresa “Paper Planes” che arriva, quando siamo quasi stremati, come una bomba. In chiusura invita una marea di gente ad invadere il palco del Sonar Club ed esegue “Meds and Feeds” e “Born Free”.
Aphextwin
Carismatico ed ironico, tra techno, acid e ambient, una menzione speciale va al suo show e ai suoi visuals, dove appare la sua faccia sorridente sovrapposta ai volti di Picasso, delle Demoiselles d’Avignon, ma anche di Nadal e dei giocatori del Barça.
Underworld
Per tutta l’esibizione degli Underworld aspettiamo con ansia “Born Slippy” e, come da copione, arriva potente in chiusura: mille braccia alzate e ondeggianti hanno accompagnato uno dei momenti più intensi del Festival. L’attesa ne è valsa la pena.
Janelle Monae
Accompagnata da band e ballerine, carismatica e con uno stile impeccabile, la cantante americana si muove sul palco come se ci fosse nata. Con la sua voce potente da vita ad una sorta di spettacolo teatrale coinvolgente ed esegue tutti i suoi migliori pezzi, compresa “Tightrope”: quando poi, a sorpresa, intona anche “I Want You Back” dei Jackson 5, il Sonar Pub è letteralmente in visibilio. Perfetta!
Buraka Som Sistema
Avevamo già visto i portoghesi Buraka due anni fa, nello stesso scenario del Sonar Pub. Si riconfermano divertenti e coinvolgenti: con due batterie e un DJ, eseguono parecchi pezzi di “Black Diamond”, improvvisano e ci fanno ballare e saltare letteralmente senza sosta.
Steve Aoki
Come sempre adrenalina a mille e folla in delirio con l’electro house del dj americano. Continua a farci ballare, senza alcuna sorpresa per noi, che l’abbiamo già sentito svariate volte. Come da copione, in chiusura, si tuffa sul pubblico con il suo immancabile stage diving.
Jackmaster
Presente anche l’anno scorso, l’eclettico inglese è il leader dello showcase, nonchè co-fondatore, dell’etichetta Numbers nello spazio del Sonar Lab: arriva, attesissimo, dopo Redinho, Spencer e Deadboy, prima di lasciare il palco a Lory D. Grandissima esibizione: quando parte anche Idioteque, dei Radiohead, siamo quasi in estasi. Geniale.
James Holden
Con un esibizione di due ore, James Holden ci conduce, come in un viaggio dantesco, ad una sorta di paradiso. Alle ore 7 del mattino, si spengono le casse e Holden mette la parola fine al Sonar 2011: la sua esibizione però, a giudicare dai volti estremamenti soddisfatti, e già illuminati dal sole, di quasi tutti i presenti, verrà ricordata a lungo ed entra di diritto in una delle migliori-chiusure-di-Festival di sempre. Non ci resta altro da dire: che quest’anno passi in fretta!