Francesco Artibani è un fashion stylist free lance che alcuni mesi fa ha deciso di fondare insieme alla fotografa Martina Giammaria lo SPLEEN Magazine, una rivista online di moda e arti visive .
Un contenitore, aperto al mondo, per menti creative avanguardiste e contemporanee desiderose di esprimersi attraverso linguaggi eterogenei.
1. Allora Francesco partiamo da te: come sei arrivato a lavorare nel campo della moda come Fashion Stylist ?
Ho iniziato il mio percorso formativo allo IED frequentando un corso in Fashion Styling ed Editing di moda che mi ha regalato molto e fatto scoprire dei meccanismi che fino a quel momento mi erano del tutto ignoti, è importante distaccarsi dagli aspetti teorici e entrare nella sfera pratica, concreta, soprattutto in questo mestiere e devo dire che lo IED ha svolto un lavoro eccellente.
Gli insegnamenti importanti però sono venuti con il tempo, osservando da vicino questo mondo in continua evoluzione e trasformazione dai tratti contraddittori, costruendomi un bagaglio intimo fatto di esperienze lavorative sul campo e continua ricerca.
La moda per quanto mi riguarda è innanzitutto uno strumento per veicolare la mia visione estetica del mondo.
2. SPLEEN Magazine: ti va di raccontarci come è nato, quali sono i vostri obiettivi e soprattutto che legame c’è tra il magazine e Spleen, termine dal sapore decadente?
SPLEEN Magazine è una rivista online di moda e arti visive fondata insieme a Martina Giammaria, fotografa con la quale collaboro e carissima amica, che si propone di condividere l’interiorità dell’artista, nelle sue visioni più profonde e personali.
Attraverso quegli sguardi introspettivi e intimi che traducono le immagini in scenari artistici e forme estetiche discrepanti.
Con questa rivista celebriamo le diverse visioni estetiche, la soggettività creativa.
Amando la particolarità del difetto e i vari estremi che circondano una percezione diplomatica di ciò che, secondo il senso comune, riteniamo “bello”.
Il Magazine non rimanda direttamente alla concezione decadentista del termine SPLEEN ma al significato linguistico della parola stessa che in inglese significa “milza” assumendo soprattutto un connotato fisico palpabile.
3. Bene, passiamo ad una domanda più concreta: esattamente che numeri deve avere una “foto” per poter essere presa in considerazione dal Team Spleen?
Deve essere vera e trasmettere un’emozione forte, l’interiorità di chi l’ha scattata.
Ci piace mescolare vari generi fotografici dando spazio a diverse visioni estetiche, ognuna con una storia da raccontare, fatta di ricerca e attenzione al dettaglio, al particolare impercettibile in grado di renderla realmente unica.
Attualmente abbiamo aperto un sito/blog dove quotidianamente selezioniamo i migliori lavori che ci arrivano al nostro indirizzo e-mail info.spleenmag@gmail.com e sul nostro gruppo flickr accettando submissions per il primo numero in arrivo a febbraio.
4. Francesco, tu stesso proponi dei lavori personali nelle vesti sia di stylist che di fotografo, sembrano immagini catturate da pellicole indipendenti. Cosa o chi ti ispira nei tuoi lavori?
Ci sono storie difficili da raccontare e condividere, visioni incastrate nella propria mente che solo i nostri occhi sono in grado di riprodurre ed io non voglio assolutamente lasciarle morire anzi cerco di renderle vive proprio attraverso la fotografia, maneggiando l’obiettivo fotografico e dirigendo completamente il lavoro.
Sto iniziando questo percorso insieme a mio padre fotografo prendendolo come un gioco, una forma nuova e eccitante con la quale esprimermi.
Mi piace scattare sia in digitale che in pellicola, ogni storia necessita di uno strumento particolare, di un effetto preciso, non amo usare gli stessi processi sopratutto se non servono a riprodurre parzialmente la sensazione che provo.
C’è sempre un pizzico di melanconia, rassegnazione e perdizione nei miei scatti avvolti da uno styling ricercato, spezzato alcune volte da un elemento discordante che crea rottura.
La mia unica fonte di ispirazione è la vita.
5. Sei eclettico e creativo, hai mai preso in considerazione altri “strumenti” per riprodurre, totalmente o parzialmente, le sensazioni che provi?
In questo momento preferisco concentrarmi sulla fotografia e lo styling cercando di realizzare lavori che abbiano una base solida in grado di raccontarmi creando un filo conduttore riconoscibile. Sono in piena fase di crescita e ho ancora moltissimo da imparare e scoprire, magari un giorno riuscirò a convincere il mio compagno pittore a collaborare insieme, sarebbe il coronamento di un sogno. Ad ogni modo è preferibile fare poche cose fatte bene e direi che due sono già abbastanza, in seguito mi concederò agli eventi senza paura di rischiare.
TRANSMISSION_07 : FRANCESCO ARTIBANI
01 – Dream A Little Dream Of Me / Ella Fitzgerald & Louis Armstrong
02 – S r nade Des Excentriques / Frivolous
03 – Il Vento E Le Rose / Patty Pravo
04 – Born To Die / Lana Del Rey
05 – Get Some / Lykke Li
06 – Luna in piena / Nada
07 – These Boots Are Made For Walkin / Nancy Sinatra
08 – You Don’t Know What Love Is / Nina Simone