Catullo diceva che non c’è niente di più inopportuno di una risata inopportuna, e quella che nasce dal sarcasmo è forse la più sfrontata, spudorata e goduriosa tra queste.
Stanchi di vivere tra continue contraddizioni della verità e falsi moralismi, l’unica via di uscita sembra davvero essere il fragore di una risata che distrae, diventa contagiosa, scandalizza gli imperanti conformismi.
In realtà, gli ultimi decenni di questo secolo, hanno mutato il Signor Sarcasmo in una sorta di cinismo politically scorrect, permettendo, con grande sdegno di alcuni e sornioni sorrisi di altri, sottili quanto geniali campagne pubblicitarie (una su tutte Diesel-Be stupid) che più che solleticare la perspicacia necessaria alla loro comprensione, sembrano schiaffeggiare a piene mani sensibilità e comune buon senso.
Solo poche di loro vedranno la luce su giganteschi cartelloni pubblicitari, che quanto meno, attireranno l’attenzione di curiosi passanti e annoiati automobilisti imbottigliati nel traffico ( slanciando doppi carpiati di vittoria dei Responsabili Marketing di prestigiose aziende).
La restante parte, quella che rientra nel “troppo”, può invece finalmente meritarsi la warholiana manciata di minuti di gloria, grazie ad un contest, lanciato nel 2002: spot geniali, provocatori, marchiati a fuoco da un cattivo gusto non solo percebile ma talmente palese da far inorridire anche il più spregiudicato osservatore.
E’ il CHIP SHOP AWARDS, un verio e proprio parco divertimenti per creativi finalmente liberi dai limiti del buon senso e del perbenismo, in un epoca che di per-bene ormai conserva ben poco.
Finalmente un posto dove ad essere premiati sono i bambini cattivi, quelli che disobbediscono alle regole.