La 7a edizione del Bicycle Film Festival Milano è uno di quei motivi per cui si può sperare in una rinascita culturale e sociale dell’Italia. Non è pura retorica, perché, se non fosse stato per l’ottimo cibo in vendita nel bar dello Spazio Ex-Ansaldo e per la presenza del tricolore su tanti capi di abbigliamento, avremmo pensato di essere stati catapultati all’estero, dove gli eventi li organizzano bene e la bicicletta è un vero e proprio culto.
Tre giorni di proiezioni, cinquanta film, otto gare, in bilico fra competizione pura e ironia. Location: Cinema Mexico, gremitissimo, con lunghe ed incasinate file e con tantissime fixie da ammirare nel parcheggio (più un “ciclo-bookshop” con libri e riviste interessantissime), Spazio Ex-Ansaldo (2200mq di esposizione, park bmx, campi da bike polo e area creativa), che ha dimostrato la sua fondamentale importanza nel tessuto urbano milanese come spazio di aggregazione.
A “corredo”, otto dj set e tre esibizioni live, con culmine nel Closing Party di Sabato organizzato in collaborazione con Elita e che ha visto Useless Wooden Toys e Uabos fra i guest.
La serata di sabato al Mexico è stata assolutamente memorabile. La proiezione di sei corti ha anticipato quella di un poetico ed emozionante lungometraggio sull’Eroica (disponibile in low-res su Vimeo), la mitica rievocazione in salsa toscana del ciclismo ante-1975. “Bikes, Bread and Wine” è un docu-film tutto italiano che offre uno spaccato sincero e folkloristico di una gara che vede migliaia di partecipanti accorrere da tutto il mondo in sella a biciclette d’epoca ed indossando indumenti vintage, originali o repliche. Uno dei protagonisti del film, Luciano Berruti, ha ricevuto, fra l’altro, l’onore di “aprire” la gara Criterium di domenica, correndo col suo bolide datato 1900. Gentilissimo e simpaticissimo, ci ha invitati a visitare il suo “Museo della Bicicletta” di Cosseria (SV), nel quale è possibile conoscere storie che oggi alimentano il mito dell’Eroica.
Ma ognuno dei sei cortometraggi del sabato sicuramente merita una menzione: “Monstertrack: MT13“, ripresa in soggettiva di una alleycat newyorkese, nella quale il rider-operatore Lucas Brunelle si è esibito in alcune manovre che hanno strappato i boati di incredulità e applausi scroscianti del pubblico; “Rockville“, un corto su una gara di ciclocross single-speed che è stato capace di trasferire perfettamente le atmosfere misteriose e vagamente inquietanti di Villa Rocca, un paesino di venti abitanti della Val Padana; “Philippa and Nancy“, un corto che ha riportato la bicicletta ad una dimensione più umana e meno competitiva, e che ha colpito per la sua ironia ed efficacia narrativa; “Sister Session“, che invece ha provocato più di qualche brivido, grazie alla bravura di Helen Habakuk nel trasporre emozionalmente la prima esperienza di alcune ragazze alla Simple Session, la più importante gara mondiale per bmx. La regista ha voluto lanciare un grido d’incoraggiamento per tutte le ragazze cicliste: “Get out of your kitchen!“, messaggio lanciato con grande efficacia.
“Mess Queen” ha offerto uno spaccato molto fracassone di una gang di coloratissime e stilosissime bike girls newyorkesi. Il più corto dei video proposti è stato “397,27“, che ha dato letteralmente vita ad una fixed, facendola poi sfrecciare perfino sulla neve milanese.
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La domenica l’abbiamo dedicata alla visita dello spazio espositivo dell’Ex-Ansaldo. Tante le bici presenti, al confine fra arte, design ed ingegneria pura, con diverse mostre fotografiche a completare la scena. Il park bmx ha animato l’ambiente con trick di giovanotti presenti da tutto il mondo, venuti a sfasciarsi sulle rampe allestite dall’organizzazione. Il bike polo – era la prima volta che lo vedevamo live – è stato fantastico, per la globale sportività ed, allo stesso tempo, le deliranti rincorse e dribbling con la palla. Bellissimo lo stand creativo Lazy Bike, nel quale abbiamo decorato delle magliette con degli stencil e, soprattutto, abbiamo creato e cucito un fantastico copri-sellino per la nostra nuova graziella. Il tutto gratis, è bene dirlo per sottolineare il grande sforzo organizzativo dei dieci volontari del festival. Ben ripagati dai diecimila visitatori festanti e, soprattutto, in grande parte stranieri.
La Criterium ha concluso degnamente la nostra visita con un grande spettacolo di velocità.
Non vediamo già l’ora che sia il 2013.