Gilda Negrini e Riccardo Vendramin sono due studenti di Design del Prodotto al Politecnico di Milano. Ma, prima di tutto, sono due ragazzi con una forte passione per il duro lavoro ed i progetti che necessitano di studio e costanza. Un primo risultato preliminare del loro sudore si chiama MusicInk ed è il progetto che li accompagnerà nella loro tesi di laurea e, si spera, nel loro prossimo futuro di designer.
MusicInk è uno strumento didattico, almeno nella sua prima versione, che ha l’obiettivo di stimolare l’apprendimento della musica grazie al connubio fra immagini e suoni. La forza di questo prodotto sta, infatti, nella vernice conduttiva che, interfacciata con un processore Arduino, è capace di trasformare gli impulsi tattili in veri e propri suoni. Ancora con qualche limitazione, ma Gilda e Riccardo sono ancora ai primi stadi di progettazione e stanno studiando duramente per dare un futuro alla loro creazione.
Li abbiamo intervistati e fotografati (©Giuseppe Esposito) nel loro habitat naturale: il campus di Bovisa, vera e propria fucina di idee e talenti.
Partiamo con una domanda più spirituale: perché fate design e qual è il vostro obiettivo primario quando progettate?
Riccardo: La mia passione per il design è nata studiando allo IUAV di Venezia. In questa facoltà ho avuto modo di avvicinarmi per la prima volta al mondo del design, conoscendo molte persone che hanno fatto incrementare la mia curiosità per questa disciplina. Successivamente mi sono trasferito a Milano per cercare nuove opportunità di conoscenza e lavoro. Il mio obiettivo primario? Risolvere problemi. Nel caso di MusicInk, quello dell’educazione infantile. Inoltre mi incuriosisce studiare nuove tecnologie e applicazioni per nuovo materiali.
Gilda: Ho sempre avuto una passione per “fare le cose”, dall’arte, al disegno, ai prodotti e cercavo un modo di concretizzarla. Nel design ho trovato la sintesi perfetta fra arte e tecnica. Perché mi piace molto capire anche come funzionano le cose. Mi sono trasferita a Milano perché cercavo qualcosa di più specifico rispetto ai corsi generici che ho fatto all’università di Genova.
Quando progetto cerco sempre di fare qualcosa di utile, perché odio il design pomposo e con grande dispendio di soldi, e mi piace sperimentare nuove tecnologie e materiali.
Cos’è MusicInk? Qual è stata la scintilla che ha fatto scattare l’idea?
Il progetto è nato durante il corso di Autoproduzioni della laurea magistrale in Design del Prodotto. All’inizio eravamo partiti con l’idea di creare degli strumenti musicali semplificati, che rendessero più facile l’accesso alla musica; grazie al supporto del prof. Maffei, poi, l’idea si è evoluta, creando un trait d’union fra realtà analogica e opportunità digitali, grazie ad Arduino. Quello che ci interessava era, però, che l’interazione rimanesse del tutto fisica. Da lì, poi, abbiamo scoperto la vernice conduttiva ed è nata l’idea di abbinare l’aspetto visivo a quello musicale.
Come funziona?
Senza entrare troppo nei dettagli tecnici, anche perché della parte più relativa alla programmazione se ne è occupato il nostro validissimo collaboratore Manh Luong Bui, i disegni fatti con la vernice conduttiva sono una sorta di sensori. Tutte le interazioni che avvengono coi disegni forniscono ad Arduino dei valori, che poi diventano suoni (che abbiamo tratto da quelli della Filarmonica di Londra, quindi perfettamente realistici).
Ci sono dei disegni predisposti, ma potenzialmente puoi disegnare qualsiasi cosa. Basta assegnare al disegno uno strumento, attraverso l’applicazione per smartphone collegato via bluetooth allo “scatolotto” di legno, che è il cuore di MusicInk.
Il prodotto è molto bello a vedersi, ma immaginiamo che ci sia tanto lavoro artigianale dietro che, attualmente, lo rende di fatto un puro prototipo. Quali sono i prossimi passaggi?
Sicuramente vorremmo eliminare tutti i cavi e gli elementi che rendono MusicInk ancora poco versatile. Poi studiare tutte le modalità per abbattere i costi, ricercando nuovi materiali, ed allo stesso tempo implementando nuove funzioni.
What’s next? Che volete fare da grandi?
Ora siamo concentratissimi su MusicInk, anche perché è il nostro progetto di laurea. Nel frattempo ci stiamo muovendo sia sul fronte progettuale che comunicativo. Esporremo la nostra creazione al FuoriSalone, dalle parti di Sant’Ambrogio, insieme ad un collettivo di designer.
Probabilmente, quando saremo più pronti, lanceremo il nostro progetto su KickStarter, per raccogliere fondi e consigli. Il mercato si sta sempre più spostando sugli ibridi fra tecnologia ed artigianato, questo è il nostro momento.