Siamo sudati ed euforici anche noi, quando il sipario si chiude e James Holden si congeda col sorriso stampato sulle labbra, ed un po’ di imbarazzo. È il segno di un’emozione incontenibile, quella che il pubblico del Teatro Parenti, ancora una volta strapieno, regala al dj inglese, faccia pulita e quasi adolescenziale, ma ormai veterano affermato della scena techno mondiale. Un dj set a cui gli aggettivi “entusiasmante” e “pauroso” non rendono giustizia. James ha stile, ma non per questo disdegna cassa dritta e bassi intensi. Le sue melodie sono psichedeliche e conquistano subito tutti i presenti. L’energia sprigionata è incredibile. E dire che prima John Hopkins aveva già sparato delle cartucce importanti, col suo dj set a cavallo fra dubstep e techno, preceduto dai suoni raffinati di Luke Abbott.
È una chiusura coi fiocchi, una di quelle che l’anno dopo te le ricordi ancora, ed il giorno dopo hai di nuovo voglia che sia di nuovo Elita Design Week Festival. Noi di Polkadot ci siamo divertiti a raccontarvelo, apprezzando una lineup varia, raffinata e decisamente divertente. Come dovrebbe essere un festival di musica: divertente. E con tanti effetti speciali. Ed un’ottima organizzazione (che ci preme ringraziare), che ha saputo gremire il Parenti di persone realmente interessate alla musica e che, quindi, fa sempre piacere avere a fianco.
Ci vediamo l’anno prossimo. Su Polkadot, nei prossimi giorni, vi racconteremo tutto ciò che di design ha girato intorno al mondo Elita. Rimanete sintonizzati.