Nella settimana del FuoriSalone, il sole si è fatto vedere solo nel weekend, con la fortunata eccezione di un mercoledì, quello in cui smart ci ha portati in tour per alcuni dei luoghi più suggestivi di Milano ed in diversi eventi della design week.
Non lo abbiamo fatto, però, a bordo di una vettura dell’azienda tedesca, ma della nuovissima smart ebike, una bicicletta a pedalata assistita che, ve lo assicuriamo, è stata capace di fugare ogni nostro pregiudizio su questo genere di mezzi.
Il tour comincia dalla Fabbrica del Vapore. Costeggiando i grattacieli del nuovo distretto di Garibaldi, arriviamo in poco tempo a Brera, dove facciamo quattro chiacchiere coi designer Luca Nichetto e Oki Sato, autori della serie di oggetti Nichetto=Nendo.
Ma veniamo all’aspetto principale della giornata: la bicicletta. È effettivamente più pesante di quelle tradizionali, a causa della batteria, e questo è forse il difetto più grande che possiamo imputarle, oltre ad un sellino migliorabile. La sua livrea è però molto sportiva e dinamica, e sicuramente alla vista appare molto più leggera di quanto lo sia effettivamente (nonostante telaio e forcella in alluminio, oltre alla catena in carbonio). Il peso (26kg) non si sente più, però, quando si monta in sella e si comincia a pedalare; che la modalità di pedalata assistita sia attiva o no, la smart ebike è facile da guidare ed agile nel traffico.
È sui rettilinei però che ci si diverte seriamente, quando si può attivare la pedalata assistita al massimo ed in totale sicurezza, ed è come se si ricevesse una spinta energica. Si raggiungono velocità davvero ragguardevoli in città, con l’agilità e la comodità di una bicicletta. Il traffico non è più un problema.
Visitiamo Cascina Cuccagna per pranzo, dove incontriamo dei giovani designer inglesi che hanno inventato un sistema per riciclare pezzi di bicicletta. Il sole splende. Sono passate due ore e la batteria è ancora carichissima – nemmeno una tacca consumata – merito anche del sistema di recupero energia, del tutto simile al “kers” delle monoposto di Formula 1. La batteria, infatti, si ricarica quando freniamo (i freni, fra l’altro, sono a disco) o quando, attivata la modalità apposita, pedaliamo più energicamente. L’autonomia dichiarata, comunque, è di 100km, ed in più la bicicletta è fornita di una presa USB per ricaricare device elettronici, che possono essere anche attaccati al manubrio con un accessorio ad hoc.
Dai Giardini della Guastalla, dove ammiriamo scorci di una Milano bellissima, arriviamo in Triennale, nella quale abbiamo il tempo di conoscere un progetto molto interessante sulle carceri italiane e che ha visto la partecipazione di alcuni detenuti (ve ne parleremo prossimamente).
La batteria non ha ancora perso colpi, e riprende la nostra pedalata, in direzione Fabbrica del Vapore.
A mente lucida siamo convinti di due elementi: la smart ebike è un ottimo mezzo soprattutto in città fatte di saliscendi, come Roma e Napoli, dove la bicicletta fatica ad attecchire proprio per le difficoltà oggettive negli spostamenti di medio raggio; se ben equipaggiata, potrebbe diventare una valida alternativa per il cicloturismo, ampliando eventualmente il target dei praticanti.
Non è propriamente economica: 2899 euro, disponibile in due diverse colorazioni, ma può diventare un efficace sostituto del motorino, per il quale dovete scucire anche assicurazione e carburante. Insomma, un’opzione molto interessante da considerare, soprattutto per il futuro, considerando anche le diverse tecnologie in gioco.
Noi, personalmente, siamo e saremo sempre ciclisti tradizionali, ma crediamo che questi mezzi non tolgano nulla al ciclismo puro e crudo, ma piuttosto offrano a determinate categorie di persone la possibilità di eliminare la propria dipendenza dai mezzi “pesanti”. E non è poco.