Intorno alla figura dei gemelli si è sempre sviluppata una certa curiosità, un’aura di mistero che catalizza l’attenzione generale.
Antropologicamente questo fenomeno è stato percepito come soprannaturale e non di rado come innaturale. Per alcune popolazioni, infatti, la nascita di gemelli viene vista come qualcosa che sovverte le regole di un ordine naturale degli eventi. Qualcosa per cui si poteva essere uccisi o nel migliore dei casi esiliati.
Altre popolazioni attribuiscono ai gemelli un’origine divina e sovraumana. Questo risparmia loro la morte o l’esilio ma li condanna allo stesso modo ad essere estranei alla comunità, ghettizzati nell’olimpo delle semi-divintà. Come dire: anche essere venerati ha i suoi aspetti negativi.
Quello che però interessa maggiormente Ariko Inaoka (fotografa giapponese) è l’aspetto psicologico, la relazione simbiotica (ed in certi casi anche telepatica) che si crea e si sviluppa nel corso degli anni.
Lo sviluppo psicologico che la coppia di gemelli è chiamata a compiere, infatti, parte da una prima fase simbiotica di fusione tra le parti, fino ad approdare ad un riconoscimento della propria peculiarità come persona, definendosi rispetto all’altro, uguale, ma diverso. Un passaggio che segna un equilibrio tra momenti di contrapposizione e di alleanza, ma che ha come approdo finale il delinearsi di un io con dei propri confini rispetto all’altro da sé. Un passaggio che tutti noi siamo chiamati a fare rispetto alla figura genitoriale di riferimento, con la difficoltà aggiuntiva per i gemelli di vivere un sodalizio fisico, psicologico e sociale che li riconosce come unica entità.
Non a caso, il progetto di Ariko prende in considerazione un lasso di tempo che va dai 9 ai 16 anni di Erna e Hrefna due gemelle omozigote islandesi. E’ il lasso di tempo che le porta dalla fanciullezza alla piena adolescenza, e si presuppone quindi alla consapevolezza del sé come soggetto individuale.
Ogni anno Ariko torna in Islanda per fotografarle, per catturare istanti della loro vita. Presentando il suo progetto la fotografa dice di non aver mai visto una connessione così potente tra due essere umani. “Mi hanno detto che fanno gli stessi sogni a volte”.
“Non so perché la relazione tra i gemelli sia così piena di bellezza e di potenza ai miei occhi. La loro relazione mi parla di questo mondo, mi parla di luce e ombra, di me e di te, di come l’altro rifletta te e di come tu non sia tu senza l’altro”.