Mi appassiono alle dinamiche della società, e come gli uomini hanno cambiato il mondo.
La mia tensione è sempre stata la ricerca di un modello di business che fosse autonomo e sussistente. In cui il capitale umano si arricchisce attraverso lo scambio, e le risorse compiono cicli senza impoverire.
Sono venuto da poco a conoscenza grazie ad un amico, di una realtà Italiana, molto interessante dove negli anni è stato concretizzato buona parte di questo modello etico. A Solomeo, un piccolo centro medioevale vicino Perugia in Umbria, ed i paesi limitrofi ha inizio tutto.
Figlio di una famiglia contadina, Brunello Cucinelli vive il trasferimento in città in maniera travagliata, dopo che i genitori per sostentare la famiglia cominciano a lavorare come operai in fabbrica.
Il padre “Tornava a casa la sera, dopo la giornata in fabbrica e diceva: Che cosa ho fatto io a Dio per essere umiliato così”.
Brunello conosce la sua futura moglie Federica, che possiede un piccolo negozio di abbigliamento. Proprio con lei, egli si appassiona e decide di dedicarsi al mondo del cashmere, ispirandosi ai mondo colorato di Benetton in voga quegli anni.
Da li inizia a tessere relazioni basate sul rispetto e la stima reciproci, senza badare a giudizi sommari e transitori.
Aiutato dalla lettura dei classici greci e latini, ai quali insegnamenti si affida, ha fondato e continua a crescere la sua impresa con principi di solidità e rispetto.
Ha inoltre rispettato i luoghi della sua memoria, dell’infanzia attraverso un processo di ristrutturazione del borgo di Solomeo, di cui è originaria la moglie, ridando lustro alla grande storia locale.
Una sua citazione muove le mie riflessioni: “Non siamo i proprietari, ma solo i custodi di ciò che possediamo e dobbiamo abbandonare la tendenza ad accumulare cose.” (Vinoba Bhavefred)