Siamo poco abituati alle stranezze nel mondo degli oggetti quotidiani, il nostro occhio e la nostra mente si abituano alla contemporaneità adattandosi ad essa, si adattano ai canoni estetici e si evolvono insieme a loro e l’innovazione formale vive su schemi che in un certo senso ci aspettiamo.
Ci sono tuttavia dei progettisti che riescono a smarcarsi da questi schemi e da una certa idea di contemporaneità. Una soluzione formale inaspettata, proporzioni apparentemente sballate, una parte sovradimensionata rispetto a quel che siamo abituati a vedere, ci fanno pensare a volte di essere di fronte ad oggetti deformi e deformati, che a metterli tutti insieme potremmo pensare di trovarci in una specie di circo degli oggetti, davanti a quei Freaks che generavano i sentimenti contrastanti di attrazione e fastidio.
Tre designer attualmente, sopra tutti gli altri, sono capaci di creare queste suggestioni: Ole Jensen, Konstantin Grcic e GamFratesi.
Ole Jensen: le sue creazioni sembrano venire da un mondo altro in cui gli oggetti non hanno un precedente storico, rimanendo sospesi in un tempo ed in un luogo tutto loro, come una specie di paese delle meraviglie, dal quale ogni tanto è necessario rubare qualcosa.
Konstantin Grcic: il designer contemporaneo dei progetti meno “digeribili”, quasi tutti i suoi oggetti generano scalpore i primi tempi, per poi diventare pietre miliari e classici una volta assimilati e compresi, spostando il limite del buon senso progettuale fino ad allora conosciuto e, a volte, saltandolo a piè pari.
GamFratesi: la loro eleganza nel creare freak è unica. I loro oggetti rompono il cordone di sicurezza che ci terrebbe a distanza mettendo subito voglia di essere toccati, di sedercisi sopra, di farcisi avvolgere. Le proporzioni e le forme non convenzionali sono ammorbidite dai materiali scelti, dai dettagli, dai colori e da un controllo della forma che in pochi hanno.
Quando ci troviamo davanti alle creazioni di questo genere di progettisti prendiamo una piccola scossa, di quelle benigne di cui ogni tanto abbiamo bisogno, di quelle che più o meno inconsciamente spesso cerchiamo.