Provate a chiedervi cosa succederebbe se prendeste una città con una buona dose di storia, magari un’ex capitale di questa nazione scassata, con un passato industriale (ora post-industriale) e ci metteste nella stessa settimana in fila questi nomi: Club To Club, Artissima, Luci d’Artista, Paratissima, The Others e tutto quello che trovate a disposizione nella scena più attuale delle arti contemporanee. Se non sapeste come rispondere, provate a fare un salto a Torino la prossima settimana, può darsi che possiate capire come tutto ciò sia possibile. E tremendamente reale.
«Dobbiamo ricordarci chi siamo e da dove veniamo» così Roberto Spallacci – direttore artistico del festival insieme a Sergio Ricciardone e Giorgio Valletta – parla della creatura di Xplosiva, che quest’anno festeggia la sua tredicesima edizione. Da sempre un festival che unisce un’anima dance con una vocazione intimamente artistica ed è questa molto probabilmente una delle caratteristiche che hanno fatto guadagnare a Club To Club il riconoscimento come il migliore appuntamento al mondo dedicato alla musica elettronica tra novembre e dicembre da parte della voce più autorevole in merito, vale a dire il magazine Resident Advisor.
TWINS! è il tema dell’edizione 2013, in relazione al gemellaggio ideale che lega Torino alle altre città dove si sposta il festival e a voler racchiudere al suo interno tutti i musicisti e artisti che ne condividono lo spirito e il carattere innovativo.
Quattro notti intense che si svolgono in location esclusive, partendo dal gioiello settecentesco del Teatro Carignano, passando per gli ambienti industriali di Lingotto Fiere e delle OGR, fino all’ex scuola sede dell’Hiroshima Mon Amour.
Si parte con il debutto europeo di James Holden, che porterà la sua elettronica psichedelica nella cornice del Teatro Carignano il 7 novembre. Immaginare l’incontro di un pezzo di storia settecentesca con la forza visionaria di un’elettronica d’avanguardia – aspetto guarda caso già rodato e consolidato del festival – e già questo può darvi un’idea della portata innovativa di questo appuntamento. Seguono alle OGR i londinesi Factory Floor, freschi del nuovo album e lo show audio/video di Dinos Chapman.
Venerdì 8 tocca a Jon Hopkins, che presenterà la sua ultima produzione Immunity, seguito dal britanno The Haxan Cloak e da Niños Du Brasil.
Ma bisogna mantenere le forze per la serata di chiusura che vedrà passare in rassegna il live di Four Tet, Fuck Buttons, il debutto italiano di Diamond Version (leggi Alva Noto e Byetone), in compagnia dei tedeschi Modeselektor (sarebbero dovuti essere Moderat, prima dell’infortunio di Apparat) e di Ben Ufo. Nella sala accanto, nel rispetto dell’eclettismo e della poliedricità del festival, Machinedrum, Andy Scott e il dub di Adrian Sherwood in duo con Pinch.
Il clubbing by day ha sede nell’Headquarters & Meeting Point della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, gigantesco quanto minimalista contenitore per l’arte contemporanea. Qui si svolgeranno le conversazioni con i producer, e si potranno ascoltare i set di Holly Herndon, Lee Gamble, Dracula Lewis e dei dj locali di SRSLY.
New entry del festival è il progetto A Great Symphony for Torino, realizzato per il British Council, che vuole creare una colonna sonora per i luoghi che rappresentano il passato e il presente della città. L’inglese Steve Goodman, aka Kode9, fondatore di Hyperdub, ha coordinato il lavoro di cinque musicisti selezionati tra i talenti emergenti di PiemonteGroove e degli studenti dello IED. Ognuno di loro si è impegnato a sonorizzare determinati spazi, nell’intento di creare un’esperienza di augmented reality, per dare un nuovo approccio ambient (è il caso di dirlo) agli spazi urbani.
Le premesse sono ottime, noi ci saremo per raccontarvi tutto.
Ci vediamo a Torino, dal 7 all’11 novembre!
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