“Benvenuto nel futuro. È nata l’economia creativa”. Avveniristici e ambiziosi, gli Uchronians.
Chi? Gli abitanti di Uchronia, un mondo alternativo e virtuale senza spazio e senza tempo. O meglio un collettivo artistico visionario che è anche una community web, il cui tempo e spazio sono a dire il vero piuttosto definiti, una Bruxelles più che mai attuale.
Volutamente nebulosa risulta, invece, l’identità degli Uchronians e tutte le altre coordinate geo-storiche: dove si trovano, che fanno, da dove vengono, dove andranno.
L’ultimo grande progetto di Uchronia, messianica “macchina del tempo che crea nuovi percorsi temporali ai quali unirsi e su cui camminare tutti insieme”, risale all’anno scorso ed è stato presentato alla Symbolic Art Gallery di Londra in occasione della celebrazione dei 50 anni di carriera dei Rolling Stones. Si è trattato di “The Tongue”, la famosa lingua-cover del primo album della band, realizzata dall’artista internazionale Geronimo aka Jumping Bill con 3000 lattine di Coca-Cola dapprima bevute dai dipendenti di Jaga, azienda belga di radiatori (il cui illuminato CEO è l’art director nonché fondatore di Uchronia, Jan Kriekels).
Del 2009 è stata la conferenza “COP 15. United Nations Climate Change” nell’ambito del Congresso sul Cambiamento Climatico di Copenhagen, chiamata mondiale a riflettere e discutere sulle proprie idee in merito al riscaldamento globale, e del 2006 la costruzione del Burning Man da cui prende il nome l’ormai famoso e folle festival statunitense.
Non solo arte, quindi, ma eco sostenibilità, nuove tecnologie ed esperienze stupefacenti, ovvero i quattro punti nei quali si articola il manifesto degli Uchronians, a questo punto non più solo artisti ma nuova tipologia umana. O sei un Uchronian o non lo sei.
Pretenzioso, forse, ma molto, troppo, affascinante.