Questa settimana, per la nostra rubrica ReLogo, intervistiamo prima di tutto un’amica. Conosciamo Cecilia da tre anni, nei quali abbiamo potuto apprezzare la sua evoluzione, ancora in divenire, come illustratrice. La sua carriera è appena agli inizi, ma non siamo stati gli unici ad intravedere il suo talento che, ne siamo sicuri, non può soltanto che crescere. Per il restyling del nostro logo ci ha colpiti al cuore, con un fantastico gattino pronto a farsi coccolare. Solo per persone tenere.
Il suo stile riflette un po’ la sua personalità, poco appariscente, molto delicata, meticolosa, dai colori “smorti” come ironicamente fa notare. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lei, che da poco si è trasferita da Milano ad Urbino. Un bel “salto” all’inverso che merita qualche approfondimento.
✔︎ Ciao Cecilia, noi ci conosciamo da un po’, ma chi ci legge probabilmente non sa chi sei. Dacci una tua breve bio, come faresti su Twitter.
Trentina, laureata in design, studio grafica editoriale all’ISIA di Urbino. Forse un giorno farò l’illustratrice, nel mio mondo di insetti, maglioni, uccellini e colori smorti.
✔︎ Di solito si passa dal piccolo paese alla grande città, mentre tu hai deciso di trasferirti da Milano ad Urbino, per frequentare l’ISIA. Com’è stato questo passaggio? Ti ha traumatizzato?
Non lo definirei un passaggio traumatico, ma di certo drastico: Milano e Urbino sono due città opposte, entrambe con il loro fascino. Milano è talmente ricca di opportunità che è difficile riuscire a coglierle tutte, mentre Urbino, sebbene non abbia lo stesso potenziale, vive di una particolare atmosfera tale da far apprezzare le piccole cose, spesso dimenticate nel caos di Milano. Sono città, tuttavia, nelle quali non sento di poter vivere in futuro.
✔︎ Il tuo stile in tre parole.
Preciso, essenziale, in crescita.
✔︎ Immancabile domanda culinaria, doppia perché sei donna e si presuppone che tu ne sappia di cucina. Una ricetta tipica delle tue parti, ed una che hai imparato ad Urbino!
Una ricetta tipica trentina che mi piace particolarmente è lo “Smacafàm” che, come suggerisce il nome, non è propriamente un piatto leggero: una torta salata fatta con farina di grano saraceno, latte, uova e pezzi di luganiga. A Urbino si studia tanto e si cucina poco, ma voglio assolutamente imparare a cucinare la tipica cresca sfogliata: una sorta di piadina con l’uovo e lo strutto, decisamente più fragrante.
(fate click sulle immagini per vederle intere)
✔︎ A cosa pensi quando disegni? Credi nell’ispirazione o il tuo lavoro è molto ragionato?
Non ho una risposta univoca a questa domanda: pensieri e ispirazioni dipendono molto dal tipo di disegno. Generalmente tendo a curare con precisione il significato dietro ad ogni lavoro: non essendo un’artista l’ispirazione influisce nel risultato finale, ma è sempre e comunque legata al contesto.
✔︎ Chi sono i tuoi riferimenti nel campo dell’illustrazione?
Decisamente troppi: solitamente passo molto più tempo a cercare ispirazioni rispetto a quello impiegato effettivamente a fare un’illustrazione.
✔︎ Che progetti hai per il futuro?
Approfittare del fatto che ho ancora voglia di studiare e capire bene cosa voglio fare “da grande”.
E noi un’idea ce l’abbiamo.
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