Questa settimana il nostro “Iger of the week” è un vero e proprio genio. O almeno io lo considero così e spero vivamente di convincervi di ciò (in teoria basterebbe solo guardare le sue immagini per rendersene conto).
Fajar Puji Domingo, alias @ohfajar, arriva da Giacarta con tutta la sua passione per i mash-up digitali.
Composizioni surreali fatte veramente bene (scusate la semplicità espressiva , ma rendeva l’idea).
La genialità sta proprio nel saper creare un puzzle riuscendo ad incastrare tra loro tasselli privi di alcuna correlazione l’uno dall’altro. Come se si volesse completare il puzzle del Taj Mahal attingendo un pò da quello de “La persistenza della memoria” di Dalì un po’ da quello de “Composizione con grande piano rosso” di Mondrian. @ohfajar fa ciò con molta naturalezza.
Una su tutte ha colpito la mia vista: una sorta di meteorite con sopra una bambina rabbuiata e, ormai, rassegnata nel dover trascinare il suo carrellino colmo di papaveri. Un cammino infinito che non porterà a nulla. Solo fatica sprecata senza alcun riparo per entrambi: i fiori e la bambina. Una sorta di versione dark del piccolo principe (o forse ancora più dark del piccolo principe).
Però quest’immagine non descrive il tutto. Il resto delle opere ha un ché di estraniante e distorcente. Probabilmente tutto ciò scaturisce dall’accostamento di oggetti e scenari differenti l’uno dall’altro.
Emblema di quanto detto è l’immagine raffigurante il corpo di un bambino disteso sul fianco e ricoperto per metà da un ardente deserto. Il bambino, con molta naturalezza, presenta delle corna da alce e un occhio coperto da un punto rosso sgargiante che difficilmente passa inosservato.
Io, in @ohfajar, vedo della genialità. O forse della pazzia. O,ancora, un’apparente semplicità che maschera chissà quale istintivo meccanismo complicato.
Guardate le immagini e di sicuro qualcosa in mente vi verrà (sperando che non si tratti di corna però).