Spesso si dice, a ragione, che in Italia non si riesca a “fare sistema”, cioè che in pratica non ci si riesca a mettere mai d’accordo. A volte però succede che per contrastare la lenta “morte” culturale di un quartiere, cittadini, professionisti, istituzioni riescano a tirare su un progetto di tutto rispetto. In questo caso parliamo delle 5 Vie di Milano, un’area in pieno centro che va da Sant’Ambrogio al Duomo e che paradossalmente soffre da qualche anno di degrado e incuria, con parecchi bottegai costretti a chiudere i battenti.
Siamo stati ospiti del tour di presentazione delle iniziative in atto per questa area, risalente alla Milano imperiale (da cui il nome, ispirato a cardi e decumani), che partono dalla Design Week 2014, ma che con occhio lungimirante intendono andare avanti ben oltre l’Expo 2015.
Il giro è partito da via Caminadella 23 in cui, all’interno di un cortile (a cui si accede solo suonando un campanello), potrete rifarvi occhi e papille gustative da Caminadella dolci, una semplice ma lussuosa pasticceria che serve manicaretti di ogni genere, frutto della grande ricerca che la titolare Elena Rasi e le sue collaboratrici portano avanti con costanza e passione da ben 6 anni.
Subito dopo è stato il momento di andare a trovare il designer Martin Baas presso il Garage Sanremo, una vecchia architettura adibita per l’occasione a vero e proprio circo, nella quale dialogano il design più rigoroso con quello più artigianale, all’interno del quale trovano spazio clown, luci al neon e grossi specchi. Non abbiamo potuto fare foto, perciò vi consigliamo di andare a vedere coi vostri occhi.
La visita è proseguita poi da BDDW, azienda di Soho, New York che produce mobili artigianali e che ha scelto Milano per aprire il suo primo showroom, in via Nerino. Una via molto attiva: qui c’è anche Wait&See, boutique di vestiti vintage per donne, che per l’occasione ha collaborato col designer serbo Uros Mihic, in un dialogo fatto di contrasti (la boutique è molto colorata ed estrosa, Uros è invece rigoroso e quasi matematico) che ha portato alla realizzazione di una serie di sculture di carta che arredano lo spazio. E recandosi nel retro, potrete andare a salutare i ragazzi di Gnam Box, sito che ospita ricette&storie da alcuni dei personaggi più interessanti che Milano sa offrire.
Ma Milano, lo ripeteremo fino alla morte, è la città “segreta” (come ha affermato, fra l’altro, Daniel Libeskind dialogando con Marina Abramovich). Le sue sorprese si nascondono all’interno dei cortili, come quelli di via Nerino 8. Qui potrete andare a trovare Luisa Paravicini, maestra della ceramica, con la sua nuova collezione di piatti in ceramica Circus oppure Cecilia Roger, svizzera e guru del ricamo, che da poco ha abbracciato le tecniche giapponesi. Mentre ci srotolava davanti le sue creazioni, ci spiegava che la sua filosofia non è solo quella di produrre ricami di qualità, ma anche di enfatizzare il gesto, generando valori quasi “spirituali” legati non solo ai soggetti delle sue opere, ma all’utilizzo che se ne fa.
Ma qual è uno dei simboli contemporanei di Milano? Il dito medio di Cattelan! Perciò capatina in Piazza Affari dove, da oggi, sono in vendita i souvenir L.O.V.E di Seletti. Qui potrete anche rifocillarvi nell’area food curata da Cracco ed, ogni sera, ballare danze popolari: si parte col liscio, pronti?
Il tour finisce da Rabelli, una delle aziende più famose e longeve nel campo della seta, dal posizionamento assolutamente alto. Nei loro fantastici spazi viene ospitata una mostra di opere realizzate in seta a mano che vale davvero la pena di vedere.
Il tour finisce così, a pranzo allo Gnam Box Cafè, felici di vedere come in Italia si possa realizzare e sviluppare un progetto di branding territoriale per valorizzare il nostro immenso patrimonio. A questo punto, fate un salto sul sito del quartiere e date un’occhiata al foltissimo programma che vi attende.