Del ricchissimo programma agostano del Parco Gondar di Gallipoli il Crime Fest ha rappresentato uno dei fiori all’occhiello, grazie ad un cast di qualità, miratamente selezionato e per nulla prevedibile. Se il pioniere della techno Jeff Mills non è nuovo alle estati salentine, il giovane Alex Banks e, soprattutto, gli acclamatissimi Moderat sono stati due autentiche novità per la Puglia, contribuendo a richiamare il nutrito pubblico – regionale, ma non solo – che sin dalle prime ore della sera assiepava l’ingresso della venue jonica. Per l’occasione, le esibizioni si sono tenute nello spazio più piccolo della pineta, costringendo i presenti a stare stipati ma al contempo creando un colpo d’occhio degno dei migliori club.
A Dodi Palese il compito di scaldare ottimamente la pista prima dell’arrivo di Alex Banks. Quest’ultimo, in un’ora di set, offre un ricco campionario del proprio talento già mostrato pochi mesi fa con l’esordio “Illuminate”, grazie a breakbeat esplosivi, a un’espressività multiforme e a un gusto sopraffino e mai banale per la melodia. Nonostante una partenza in sordina, l’inglese si conferma una delle novità più interessanti apparse nell’odierno panorama elettronico e riesce a imporsi per versatilità e ricercatezza.
Il pubblico, però, è praticamente accorso tutto per i Moderat e non appena Banks lascia la sua postazione l’attesa comincia a farsi fremente. Purtroppo, non basterà l’invito apparso sugli schermi a evitare di fare riprese e foto con il flash a distogliere i fan dal registrare l’ingresso sul palco dei tre tedeschi con la clamorosa “A New Error”, sfaldando le tenebre suggestive che regneranno per l’intero concerto, colorate soltanto dalla proiezione di visuals curati e d’effetto. L’impatto musicale di Sascha Ring (Apparat), Gernot Bronsert e Sebastian Szary (Modeselektor) è devastante, il loro mix originalissimo di techno teutonica, suoni UK e pop suadente tocca vette qualitative eccelse. Tra i breakbeat di gusto chill-out di “Versions” e le ritmiche ossessive di “Seamonkey”, sono i pezzi che vedono Sascha protagonista alla voce quelli più acclamati dal pubblico, il quale dimostra di ben conoscerne i testi. “Rusty Nails” è un volo epico, “Bad Kingdom” ne ricalca le gesta ampliandone la portata pop, “Damage Done” è un capolavoro romantico e tormentato. La chiusura, affidata a “Nr. 22”, è l’esaltazione di una poesia elettronica difficilmente riscontrabile in altri lidi. Con un live sensazionale e ancora perfettibile, i Moderat affermano la propria legittima posizione nel gotha dell’elettronica e nei gusti di una nutritissima e sempre più larga schiera di ascoltatori. Über alles.
Se lo spettacolo dei Moderat sembra aver stremato le energie del pubblico, l’arrivo di Jeff Mills dietro alla consolle è la mazzata definitiva. Il cinquantenne di Detroit resta ancora un autentico cavallo di razza della techno e, imperterrito, macina cassa dritta con una disinvoltura rara, generando visibilio e rimettendo in sesto anche le membra più stanche grazie a passaggi musicali a dir poco irresistibili. D’altronde, l’Alieno è sempre lui e finché Mills sarà su un palco a ravvivare le notti del mondo la techno potrà dirsi ancora al sicuro. Il Crime Fest non poteva chiudersi in modo migliore. Fuoriclasse.