È cominciato da qualche giorno Bitume Photofest, una kermesse che invade luoghi più o meno convenzionali della città di Lecce attraverso il linguaggio fotografico. Il 2 settembre si è partiti con un’anteprima speciale nell’Aeroporto di Brindisi, non-luogo per eccellenza del Salento, con una mostra allestita nell’Area Partenze: protagonista il fotografo Daniele Coricciati col suo reportage fotografico dedicato ai paesaggi urbani dell’Azerbaijan.
Il 12, giorno di inaugurazione del festival, è stata la volta del Bitume Grand Tour, una passeggiata che ha toccato tutti i luoghi non convenzionali che si sono trasformati in location d’eccezione per le diverse mostre: facciate di palazzi, balconi, terrazzi di abitazioni private. Fra gli autori esposti, citiamo Giorgio Barrera, Andrea Botto, Michele Cera, Claudio Corrivetti, Paola De Grenet, Anna Di Prospero, Anastasia Rudenko, Sasha Rudenski, Pio Tarantini, Lorena Guillén Vaschetti, Allegra Martin, Julia Borissova.
Altra sezione molto interessante del festival è Bitume Fab 30, una call per 30 fotografi under 35 che hanno avuto la possibilità di esporre in altrettanti esercizi commerciali del centro città. La mappa completa è disponibile su http://www.bitumephotofest.org/.
Il festival è, inoltre, corredato da un ricco calendario di momenti formativi con workshop gratuiti negli spazi del Cineporto di Lecce. C’è anche spazio per il divertimento, con il nostro amico Populous che ha intrattenuto i visitatori sabato 13, mentre il 20 è atteso il live de Il Genio.
Al Cineporto, inoltre, sono aperte altre tre mostre che richiamano il tema principale del festival: street memories. Un approfondimento storico costituito da fotografie degli anni ’50 del salentino Salvatore Starace, materiale dall’archivio di Ilderosa Laudisa e il progetto “Terra di Permanenza Temporanea” di Ambra Biscuso che ha aggregato fotografie amatoriali ritrovate negli anni ’90 in seguito a uno sbarco sulla costa di Otranto; e poi I.R.A. Italian Rap Anthology, un reportage di Andrea Laudisa sul rap italiano.
Abbiamo voluto scambiare quattro chiacchiere coi fondatori del festival, i ragazzi dell’associazione Positivo Diretto.
Perché è nato e quali obiettivi si pone Bitume?
Bitume nasce dalla volontà di costruire qualcosa di inedito nel nostro territorio. Ci siamo riuniti e abbiamo pensato che le nostre competenze diverse (fotografia, storia dell’arte, design, grafica editoriale) potessero in qualche modo costruire qualcosa di trasversale, un progetto ambizioso, forse un po’ troppo data la nostra poca esperienza, ma che punta a dialogare con altre esperienze nazionali e internazionali. Non abbiamo intenzione di fare le prime donne, non ne avremmo comunque la possibilità, quello che ci interessa è fare rete nel campo della cultura artistica contemporanea.
Da dove deriva il nome e qual è il significato dell’identità visiva?
Il nome è un divertissement semantico, che richiama sia l’asfalto, quindi la strada urbana, ma anche le origini della fotografia come scienza, con le prime applicazioni fatte proprio grazie a questa sostanza, il Bitume di Giudea. Da un lato strada, dall’altro memoria, riunite nel tema di questa prima edizione, Street Memories. Anche l’identità visiva, fatta da queste ombre che deformano il logo, è un gioco semantico: fotografia significa scrittura con la luce. Abbiamo fotografato l’ombra di un cartoncino stencil, i cui vuoti (le lettere del logo) sono effettivamente scritti con la luce.
Quali sono gli aspetti più interessanti del vostro festival? Sicuramente non capita tutti i giorni di andare dal parrucchiere e ritrovarsi una mostra fotografica.
In genere i festival di fotografia parlano purtroppo ad un pubblico troppo specializzato, i professionisti, gli appassionati. Bitume Photofest scende in strada, entra nei negozi, dialoga con la gente, con i fruitori direttamente interessati e con quelli accidentali. Siamo convinti che questo approccio possa dare un effettivo contributo per sensibilizzare il territorio ai differenti (e diciamolo francamente, a volte poco accessibili) linguaggi della fotografia contemporanea. E poi c’è un ricco calendario di eventi formativi e di intrattenimento!
Con quale criterio avete accoppiato luoghi e artisti?
In maniera davvero naturale. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali che ospitano i ragazzi di Bitume Fab 30, è stata infatti la loro stessa natura ad accogliere un determinato progetto rispetto ad un altro. In alcuni casi forse potrebbe sembrare banale, ma è servito a creare un’atmosfera attorno al progetto presentato.
Per le installazioni outdoor di Bitume Grand Tour invece la scelta delle location è frutto di una specie di deriva psicogeografica, abbiamo scelto dei percorsi meno “turistici”, in una città fortemente turistica, lasciandoci guidare dalla Bellezza.
Avete inaugurato la vostra prima mostra all’Aeroporto di Brindisi: com’è andata e quali sono state le reazioni di un pubblico sicuramente “inusuale” e poco avvezzo a mostre all’interno del non-luogo per eccellenza?
In tutto quello che facciamo manteniamo intatto il senso della meraviglia, anche nel caso della piccola anteprima che abbiamo messo in piedi a Brindisi siamo riusciti a meravigliarci, per l’affetto delle persone, per la partecipazione attenta, per l’atmosfera che si è magicamente creata tra un calice di vino, il suono di una fisarmonica e le splendide fotografie di Daniele Coricciati.
Che rapporto avete con la vostra terra? Quali sono le caratteristiche uniche che legano Bitume a Lecce?
Odi et amo. No, scherziamo. È che molto spesso è difficile trovare delle risposte adeguate alle proprie esigenze sul territorio in cui si vive, si cerca l’altrove. Quando in realtà Lecce è da sempre terreno fertile per l’arte, solo che a volte e a molti manca la voglia di costruire collettivamente qualcosa di nuovo. Ecco, Bitume vuole essere anche questo: un’opportunità per diventare un nodo in una rete di operazioni culturali, in grado di dare forma alla traiettoria del nostro futuro.
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Bitume Photofest
12-27 settembre
Lecce
http://www.bitumephotofest.org