Si tratta di un racconto storico, un episodio di qualche mese fa, quando un bivio mi ha lanciato verso una scoperta.
Settembre 2014
Mi devo trasferire a Berlino per cambiare un po’ di cose, prima fra tutte il lavoro, e non vorrei trovarmi spaesato: che cosa mi metto addosso, sopra la classica tenuta a cipolla, per solcare le ciclabili tedesche? Eppure è così strano, dalle previsioni l’autunno nordeuropeo non sembrerebbe così arrabbiato. Un giubettino potrebbe essermi utile. Qualcosa di tecnico. Di quelli caldi e impermeabili. Ovviamente visibile. E stiloso.
PEdAL ED ecco il marchio che fa per me. Dovrebbero essere anche Sabato a Padova per l’ExpoBici, ora li contatto magari riesco a farci due chiacchiere.
Contatto Luca Mathia Bertoncello e lo vado a trovare allo stand subito dopo pranzo. Luca è troppo simpatico e appena gli parlo delle mie future pedalate prussiane mi mette subito addosso una carica degna di una balestra di Gubbio. Sono le persone così che permettono il botto al ciclismo metropolitano.
Entriamo subito in confidenza e Luca mi svela in due battute storia e identità di PEdAL ED:
“Tutto gravita intorno alla visione del mondo di Hideto Suzuki, founder e designer. Lui non possiede automobili e, lavorando a 25 chilometri da casa, nel 2007 ha deciso di creare delle linee per sentirsi liberi, comodi e belli in bicicletta. A qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi condizione climatica. Una perfetta sintesi di stile e funzionalità, un connubio fra tecnica e natura in linea con il Wabi-sabi la visione del mondo che accoglie la transitorietà delle cose“.
Il marchio nasce in Giappone, è più che normale accarezzare una certa aura spirituale. Ma poi si sviluppa in Italia.
“Nel 2011 PEdAL ED viene acquistata da Brooks, splittando così produzione fra Tokyo e Italia ma mantenendo sempre un carattere 100% PEdAL ED“.
Carattere che sposa in pieno il claim del marchio: #dressliveride.
“Nel disegnare e creare i nostri prototipo ci fidiamo molto dei nostri Ambassadors, persone che indossano, vivono e pedalano la bicicletta. Ovviamente il primo Ambassador è Hideto ma poi ci sono anche persone come Gürkan Genc blogger che sta girando il mondo sulla sua bici; gli UBM, di cui già saprai tutto; Alessandro Gallo che sta viaggiando dalla Cina all’Italia; Recep Yesil che è stato parte del Team AWOL partecipando alla Transcontinental Cycle Race del 2013“.
Già la Transcontinental Race.
“Siamo sponsor di una delle gare in bici più estreme: da Londra a Istanbul senza obblighi di percorso o di orari. Solo da A a B e qualche checkpoint. Si viaggia da soli. Non c’è team, meccanico o cibo a seguirti. Devi cavartela da te. Vince chi arriva primo ovviamente. Solo PEdAL ED può permettersi di mettere il proprio marchio sulla Home Page della Transcontinental. E se lo fa è proprio perché disegna i propri prodotti insieme ai pazzi che ne prendono parte“.
In tutto questo lavoro arrivano anche le soddisfazioni.
“Sì dai, perché alla fine abbiamo vinto l’Eurobike Award per tre anni di fila. E solo grazie al nostro spirito e alla vicinanza con la gente che indossa i nostri accessori“.
E parliamo un secondo dei vostri capi. Cosa mi devo mettere per il piovoso autunno berlinese.
“Vestiti a cipolla“.
Eccallà.
“Una maglietta, una maglia a maniche lunghe o magari una camicia, un pullover di lana e sopra una Discovery Shell“.
Proprio la Discovery Shell ho indossato a Berlino, e l’ho fatto fino agli ultimi giorni di Dicembre. Morbida, comoda ed elastica. Con inserti riflettenti e due piccoli colpi di classe: una tasca all’altezza del cuore (perfetta per il telefono) e una nel coprireni (perfetta per i guanti). Già perché la Discovery Shell è tatticamente più lunga dietro proprio per coprire la schiena solitamente oggetto delle peggiori intemperie mentre si pedala.
Completamente impermeabile e caldissima.
Ora la continuo a usare, come sottocappotto, perché la sua capacità di regolazione termica è perfetta per la famosa cipolla.
Tornando alle chiacchiere con Luca, riesco a farmi raccontare anche due particolari sulle abitudini ciclistiche di Hideto.
“Fa circa 50 chilometri al giorno, di solito indossa Packable Jacket, Reflective Denim e Winter Boot, solo roba che disegna lui ovviamente. Pedala una Surly Fat Bike, una Haro 29” o la sua amata Pegoretti. Cosa altro? Ah sì, il casco Kabuto e la Hackney di Brooks England“.
Direi che può bastare così. Saluto Luca e ci diamo appuntamento alla prossima. Magari all’Eroica.