Qualche giorno fa siamo stati a Roma per la proiezione di uno dei più grandi capolavori di Vittorio De Sica: Il giardino dei Finzi Contini.
La pellicola è stata restaurata grazie al supporto di Antony Morato e L’Uomo Vogue, restituendo al grande pubblico la pellicola intatta come 30 anni fa.
Noi abbiamo incontrato Raffaele Caldarelli, direttore creativo di Antony Morato e ci siamo fatti raccontare come è iniziato tutto.
Perchè proprio il giardino dei Finzi Contini?
Il film lo conoscevo da tanto anche perchè non conoscere la produzioni di De Sica per un italiano è davvero grave, e per un napoletano come me lo sarebbe ancor di più.
La scoperta è stata invece rendermi conto che era uno degli Oscar italiani non ancora digitalizzati, da li ho pensato che sarebbe potuto essere interessante contribuire alla restaurazione, e insieme all’istituto luce e a Vogue, siamo riusciti nella nostra missione.
Oltre che essere un film tecnicamente perfetto che affronta un tema importante, che ha sempre la sua valenza, credo che in termini di stile e fotografia il Giardino dei Finzi Contini sia qualcosa di rivoluzionario e assolutamente moderno.
Quanto sono durati i lavori? ho letto che ci sono state 6 fasi.
Si, sono stati divisi in 6 fasi di lavorazione. I lavori sono iniziati a Dicembre, quindi circa due mesi.
Hai già visto la pellicola restaurata?
Si ed è impressionante vedere come era prima e come è diventata dopo, solo guardando le due pellicole insieme ti rendi conto di quanto questo contributo sia importante.
Proprio qualche settimana fa hanno trasmesso il film su Sky e dopo aver visto la pellicola restaurata la differenza era davvero evidente.
Se l’uomo Antony Morato fosse un personaggio di un film, che genere di personaggio sarebbe?
Non è facile dare un ruolo all’uomo Morato e forse non vogliamo darlo, però posso dirti che genere di film sarebbe.
Un film non per tutti, che voglia diversificarsi e far riflettere, forse sarebbe un film di Garrone.
Il binomio cinema-moda funziona molto bene, credi che Antony Morato collaborerà ancora con il cinema?
Oggi il binomio funziona molto più che allora, sono entrambi alla continua ricerca dell’estetica perfetta, in termine di fotografia per il cinema e di stile per la moda, ormai sono due anime dello stesso corpo.
Mi piacerebbe molto curare i costumi di un film per il cinema, magari un film ambientato negli anni 70.