Nelle ultime due settimane con lei ne ho passate di tutti i colori: dal sole che ti fonde la Discovery Shell sulla schiena alla grandine che ti chiude gli occhi, dalle rotaie disarcionanti alla ciclopolizia zelante.
Tutto questa è stata la quindicigiorni in compagnia della Purefix Coolidge, sfrecciando fra Prenzlauer Berg e Kreuzberg tutte le mattine, con la sera a passare da Friedrichshain o Mitte alla ricerca della forma perfetta in vista del Garmin Velothon di fine Maggio.
Ho ricevuto la bici qualche mese fa, ma ho pensato bene di lasciarla in salotto in attesa che il tempo cambiasse, e devo dire che anche sul mio parquet la stilosa del marchio californiano ha fatto la sua bella figura.
A fianco, nelle serata casalinghe, spulciavamo le pagine di purefixcycle.eu a leggere di nuovi modelli e di accessori indispensabili per commuting/racing e a seguire consigli della Pure Fix Tv.
Il sapore di questo marchio non è solamente quello dell’impresa commerciale volta a spremere denaro nel mercato in impennata, i ragazzi di Pure Fix hanno deciso di fondare il loro progetto per diffondere una certa cultura del pedale: quella che vuole la diffusione delle biciclette in tutti gli ambiti, senza fossilizzarsi troppo sotto un’etichetta precisa. Proprio per questo i prodotti principali sono quelli del ciclismo urbano, con una piccola puntata verso i telai da pista.
Ma torniamo alla mia storia con la Coolidge: a Marzo decido di abbandonare la Monatekarte e inizio il pendolarismo ciclistico in salsa tedesca. La Pure Fix più elegante del catalogo portava alle sue ruote qualche ninnolo (i catarifrangenti che io odio) e dei pedali non proprio all’altezza, ma dopo un paio di operazioni di restiling, diventa senza dubbio un perfetto animale da città.
Già, perché la Coolidge è composta da un telaio in acciaio leggero completato perfettamente da una forcella davvero precisa. Le ruote, classiche e cromate, mettono sulla strada una bici con la quale si riesce a sorpassare autobus e schivare semafori con velocità sinaptica. La piega superarrotondata, poi, regala stile e comodità potendo scegliere fra almeno cinque diverse posizioni di contatto.
Ovviamente il pignone che ho scelto, fra i due del flip flop, è quello fisso, cosa che dopo una settimana mi regala quei problemi che con la polizia locale di cui vi parlavo: una multa per l’assenza del freno posteriore. Ma niente di preoccupante, questo non mi ferma dal continuare il mio avanti e indietro sui pedali, così come non lo fa il ritorno della neve e né lo sfregamento di terga sull’asfalto dovuto all’incontro delle scorrevolissime Thickslick con le rotaie del 12.
Così, dopo due settimane di fiammeggianti chilometri fra le strade berlinesi, mi ritrovo con una Pure Fix Coolidge così infangata e intrisa di Street Creed da poterla definire “la migliore scelta di viabilità che io abbia fatto da Novembre”.
È più che abbastanza.