Qualche settimana fa abbiamo trascorso due giorni con Francesco Camillo Giorgino, alias Millo, nonché lo street artist italiano del momento.
Non ci sono dubbi.
Millo si trovava a Milano per realizzare due facciate sovrastanti un’area bonificata e dedicata ai bambini. Il tutto situato in Via Morosini.
A lavoro concluso abbiamo iniziato a chiacchierare e , tra un sushi, una birra, un paio di caffè e una passeggiata al mercato dei fiori, ci siamo confrontati sui suoi incredibili lavori. Noie comprese.
Hai mai studiato disegno o arte in generale? Ho studiato Architettura quando ancora si faceva tutto a mano ed erano veramente poche le persone che realizzavano disegni in larga scala. A livello compositivo di sicuro architettura mi ha aiutato.
Se dico BLU? Blu mi ricorda la coerenza ed il fatto che per mantenere intatta la sua di coerenza si è trovato svantaggiato rispetto a suoi illustri colleghi (per esempio JR con il quale ha collaborato) nonostante sia un genio indiscusso.
E Alice Pasquini invece? Anche lei come me ha fatto questo percorso molto velocemente e quando arrivi in così poco tempo nell’olimpo ricevi molte critiche. E non è semplice. Spesso si critica la persona senza sapere cosa quella stessa persona sia in grado di fare.
Ed in questo caso più che fare direi “emozionare”. Quando si guarda una vostra facciata si rimane così, meravigliati. Per qualche secondo la tua mente viaggia.
Per quanto riguarda il meccanismo per la realizzazione di un’opera del genere? Come funziona? La cosa più facile sarebbe eliminare tutta la burocrazia che coinvolge i comuni e simili. Ma ovviamente non se ne parla. Solitamente queste opere rientrano in dei progetti (comunali e non) di riqualificazione di zone o interi quartieri. Quindi dal progetto, lo step successivo è trovare un finanziatore (privato e non) e parlare con i condomini del palazzo in cui sarà realizzato il disegno. Se no si partecipa ad un bando e si incrociano le dita sperando che il tuo progetto piaccia più degli altri.
Ok dai passiamo a qualcosa di meno stressante.
Chi è quel ragazzino dipinto in ogni tuo lavoro? Sei tu? Fisicamente, effettivamente, ricorda me, ma può essere chiunque. Chiunque si immedesimi in esso.
Qual è la cosa più bella di questo “lavoro”? La cosa più bella è il fatto che è grande: una sorta di sfida che si svolge al mio interno. Quando dipingo è come se stessi meditando e fidati mi rilassa molto di più fare questo piuttosto che non fare nulla.
La cosa più brutta e noiosa di tutto ciò? La pioggia. All’unanimità. Quando finisci di dipingere e dopo 10 minuti inizia a piovere e il colore inizia a colare beh, è una bella rottura. Per fare questo mestiere devi anche saper essere un po’ meteorologo.
Un consiglio a chi vuole realizzare queste pazzie? Non avere paura , non farsi intimidire dalle dimensioni. Vai e fai. Anche se ovviamente non è facile fare lavori del genere così, subito. Si inizia da quelli più piccoli, ti fai la pelle e arrivi preparato alla prossima sfida.
Birretta? No, meglio un gelato.
Grazie MIIIO per questi due giorni in tua compagnia.
Ci hai riempito di colore le giornate partendo dalle tue opere d’arte in bianco e nero.