La Diesel Home Collection è realizzata in collaborazione con alcune grandi aziende del design italiano: Foscarini per l’illuminazione, Moroso per l’arredo, Scavolini per la cucina, Seletti per l’oggettistica e Zucchi per il tessile.
la collezione ci racconta la visione Diesel del design: l’attitudine rock, la fascinazione per l’estetica e per i materiali industriali, l’amore per il pezzo ruvido e l’ironia che utilizza stimoli che provengono da mondi esterni a quello del design per inglobarli nelle collezioni e creare l’inaspettato.
al salone del mobile che si è da poco concluso, Diesel Living e Seletti hanno vinto il premio EDIDA 2015 (Elle Decoration International Design Awards) per la sezione Tableware con la Machine Collection.
Mentre Andrea Rosso e Stefano Seletti erano sul palco a ritirare il premio, mi è venuta l’idea di fare qualche domanda ad Andrea per conoscere il suo approccio al mondo del design e capire come si sviluppa il progetto della Diesel Home Collection. Così è nata questa intervista.
Come nasce l’idea di entrare nel modo del design?
Il nostro brand ha sempre avuto un approccio al lifestyle originale, che si può applicare a tutte le categorie, quindi non solo all’abbigliamento. E’ stato quindi naturale che il nostro percorso toccasse anche il mondo della casa, che è l’ambiente per eccellenza in cui si applica la propria personalità.
Nel mio caso, ho sempre curiosato fra i vari mercatini di mobili usati e ho sviluppato una grande passione per questa categoria. Quando mi è stato offerto di entrare più strutturalmente in questo mondo, non ho battuto ciglio e mi sono lanciato nell’impresa.
Come funzionano esattamente le partnership: nasce prima l’idea di una collezione e si cerca il partner ideale con il quale realizzarla o nasce prima la partnership e la collezione si sviluppa da questo incontro?
È un processo organico, di solito lavorando su diversi progetti nascono continuamente nuove idee in modo naturale, sperimentando “in stile Diesel” anche in categorie in cui non abbiamo partnership esistenti. Da li nascono le opportunità e la voglia di estendere sempre di più il living Diesel anche in nuovi ambiti, come è successo di recente con i pavimenti (in partnership con Berti). Diciamo che i due ingredienti fissi sono il DNA Diesel e la sete di sperimentazione. Il resto lo sviluppiamo nel corso del tempo.
Come avviene il processo creativo?
Il punto di partenza è un’analisi con i partners da cui nascono le esigenze; grazie alla nostra ricerca (mercatini, musei, musica, grafica e abbigliamento) le esigenze si traducono in un’idea di prodotto, che diventa realtà attraverso le diverse fasi di sviluppo (disegno, prototipia, materiali, costi etc.) Il ciclo di vita si realizza nella presentazione del prodotto attraverso le diverse fiere di settore, dal Salone del Mobile di Milano, tappa per noi irrinunciabile, a Maison Object e Wanted, per citarne alcune.
Cosa cerchi in un progetto? cosa deve avere per te un progetto di design per essere un buon progetto?
Autenticità. Per quello che ci riguarda, siamo un’azienda che ha un’attitudine forte, cerchiamo in qualsiasi progetto di rispettare il lifestyle Diesel e siamo fortunati perché lo possiamo “respirare” in casa!
La chiave di tutto è avere un team forte che è sempre alla ricerca, super-appassionato e molto attento a rispettare le necessità condivise coi partner.
Qual è il contributo del mondo della moda al mondo del design? quali sono le capacità e le esperienze che fanno parte del knowhow Diesel che vengono trasferite nel progetto?
Interessante per noi è il modo in cui non ci preoccupiamo affatto della materia e dei suoi limiti: ad esempio, la morbidezza, la costruzione e i trattamenti del tessuto per noi possono essere reinterpretati anche su metallo, legno, plastiche – materiali duri per i quali di solito si applicano tecniche diverse.
Ci piace molto questa sfida, forse meno ai partners! Ma è questa la bellezza di lavorare con un’azienda che fa moda e lo fa con alta sperimentazione.
Una collezione che non fa ancora parte della Diesel Home Collection ma che non vedi l’ora di realizzare?
Ci stiamo già pensando…. Ti do un solo indizio: dato che provengo dall’abbigliamento avrà a che fare con una delle cose che più mi piacciono, ovvero la grafica.
Dove si alimenta la (tua) creatività?
Da tutto quello che vedo per strada. Ho la fortuna di viaggiare molto e la strada per me con i suoi mercatini dell’usato, le facciate dei palazzi e i più semplici muri, le persone che si incontrano in modo del tutto casuale è sempre un soggetto che mi piace fotografare. Mi piacciono molto le texture e guardo molto il comportamento della gente in strada.
Il pezzo di arredo che preferisci?
Non ho un pezzo preferito: mi piace l’insieme delle cose più dei singoli oggetti, anche se ho delle preferenze per tutto quello che è oggettistica militare.
Il tuo pezzo di design preferito?
Mi piacciono molto le macchine di Bertone; ho un passione per la FIAT 130 di Pininfarina di colore blu con gli interni mattone chiaro.
Il tuo designer preferito?
Bertone, Scarpa, Ponti…molti anche se devo dire che il mio preferito non è un designer ma un illustratore futurista di ambienti che si chiama Syd Mead.
Il primo pezzo di design acquistato?
Penso di non aver mai acquistato niente, in quanto sono più affascinato dall’usato dei non designer, ma diversi anni fa ho ricevuto come regalo una radio di Brionvega verde, che adoro! Thanks 55!