Abbiamo intervistato Francesco Bruno, aka Fade, classe ’88, nato a Taranto. Un altro talento made in Puglia che si affaccia sulla scena della musica elettronica.
Ciao Francesco! Pugliese di nascita, milanese di adozione. Il trasferimento in una realtà molto diversa rispetto alla tua hanno rappresentato un cambiamento per la tua persona? La frenesia milanese ha giocato un ruolo importante nella tua musica intimista e ricercata?
Assolutamente sì. Il ritmo frenetico milanese ha sicuramente contribuito a cambiarmi come persona. Vivere sotto stress e in continuo movimento ostacola e limita la mia personalità. Cerco di combattere la pressione creando musica che esprima la difficoltà di particolari momenti. La cosa interessante che ho notato è che spesso i momenti di vita più stressanti determinano periodi di proficua produzione musicale. Questo mi fa pensare che la frenesia sia una componente necessaria per la creazione dei miei pezzi. Tuttavia mi piacerebbe molto lavorare su un traccia a mente libera e rilassata, come se mi trovassi in un giardino zen piuttosto che a Milano, ma questa è un’esperienza che in 27 anni non ho mai ancora vissuto.
“Fade” è il moniker da te scelto per rappresentare il tuo progetto. Come nasce l’idea e cosa significa per te?
L’idea nasce da una necessità di diffondere emozioni e pensieri attraverso la musica elettronica. Fade è la mia occasione per parlare di ciò che più mi entusiasma e condividerlo con gli altri: la meditazione, il concetto di appartenenza ad una unica entità, l’esistenza di altri universi, lo spirito come parte influente della nostra realtà. Tematiche che possono sembrare un po’ New Age, ma in realtà sono attualissime poiché hanno acquisito nuova linfa vitale dopo le scoperte scientifiche dell’ultimo secolo. Difatti il tema preponderante della mia musica e della mia vita è la fisica quantistica. Fade significa dissolvenza, trasformazione e transizione da uno stato di esistenza ad un altro. Sembrano argomenti anacronistici, ma il mio obbiettivo è proprio quello di far avvicinare le persone a queste tematiche in modo semplice, e quale mezzo migliore per farlo se non la musica!
Il tuo soundcloud trabocca di musica. Ma soffermiamoci suoi tuoi EP. Il tuo primo EP “Infinite” contiene tre pezzi: “Eternal Relationship“, “Infinite Pt.1” e “Infinite“. È manifesto che si parli di infinito e di relazioni eterne. Possiamo considerarlo autobiografico?
“Infinite” ed “Eternal relationship” sono due pezzi che prendono in esame l’eterna relazione che il nostro spirito ha con la realtà. Lo spirito abita nella realtà infinita, migra da una vita ad un’altra, da una realtà ad un’altra ancora. La vita dell’uomo inizia con la nascita e finisce con la sua morte. La vita dello spirito dell’uomo non finisce con la morte, ma con essa termina solo quel particolare stato di esistenza pronto a mutarsi in un diverso stato d’esistenza, dando vita ad un ciclo senza fine.
Abbiamo ascoltato il tuo secondo EP “When I Close My Eyes” uscito nel novembre 2014 chiudendo gli occhi e lasciandoci passare davanti le immagini più disparate. Come concepisci i tuoi pezzi? Cosa vedi quando ascolti la tua musica e chiudi gli occhi?
La maggior parte dei pezzi che compongo nasce da un’idea che comunico già nel titolo o attraverso concetti espressi con dei sample vocali come fossero un mantra. Il mio obiettivo è quello di fare musica che, pur essendo elettronica, debba vibrare e pulsare di emozioni. Quando chiudo gli occhi mi concentro sulle sensazioni che il pezzo mi dà. Se mi viene la pelle d’oca quando riascolto una traccia ultimata è il segnale che la frequenza dei miei pensieri vibra in sintonia con quella del pezzo e la pelle d’oca è il segnale che la strada che ho intrapreso è proprio quella giusta.
Con il nuovo EP “I Want“, uscito a giugno 2015, hai deviato leggermente la strada recondita, enigmatica e trasognata che avevi intrapreso inizialmente per buttarti a capo fitto in sonorità più estiveggianti e movimentate. Quale è stato il fattore determinante di questa mutazione? Attraverso quali generi conduci la tua ricerca musicale?
Generalmente preferisco non legarmi ad un unico genere musicale. Penso che l’espressione e il processo creativo vero e genuino non debbano e non possano tener conto del genere o della velocità del bpm. Quando creo non riesco a prevedere cosa verrà fuori. Durante la creazione le tracce seguono un percorso naturale e inaspettato. Fattori esterni, come particolari avvenimenti della mia quotidianità, determinano il dresscode della traccia (synth, ritmiche..), al contrario il concetto è sempre ben chiaro fin dal principio.
Possiamo definire il 2015 un anno ricco di traguardi per Fade. Quali sono le tue maggiori soddisfazioni raggiunte? Il prossimo 19 luglio performerai a ridosso del lago Sirio in occasione di A Night Like This festival, uno scenario suggestivo che ospita alla perfezione il tuo live. Dobbiamo aspettarci qualche anteprima?
Le soddisfazioni raggiunte sono davvero molte e spero di averne altre in futuro. Aver suonato live ad elita festival durante la Design Week, aver prodotto alcuni mixtape per Mixology di Andrea Mi e suonare prossimamente ad A Night Like This festival rappresentano per me piccoli passi in avanti, ma grandi traguardi. Cosa dovreste aspettarvi? Aspettatevi qualche anticipazione del prossimo Ep in uscita ad ottobre su Beat Machine Records e aspettatevi di sentire Fade. Ma quello che mi aspetto io è che chiunque verrà ad ascoltarmi, ascolti in realtà se stesso.
In attesa di ombrelloni, moijto e tramonti (per pochi fortunati già un sogno avverato, per altri visibili solo all’orizzonte) ascoltate il nuovo EP di Fade e ondeggiate: