Mentre chi ancora si interroga se la moda sia effettivamente una forma d’arte oppure sia un mero strumento commerciale a servizio della redditività, c’è chi sta facendo dei richiami a dipinti classici e dell’organizzazione di esposizioni in musei la cifra stilistica della propria identità.
E’ il momento di Alessandro Michele, il direttore creativo di Gucci, fautore dell’esplosione pop-culturale che invade e definisce sia la rinascita dello storico brand fiorentino, sia l’immagine che ruota attorno al designer più celebrato delle ultime sfilate.
Una fucina creativa, un laboratorio virtuale, opere storiche ed editor grafici, passato e presente si incontrano nel progetto #GucciGram. Un invito fatto a illustratori e artisti contemporanei di rivisitare tele storiche, come “Il bacio” di Francesco Hayez, uno dei massimi esponenti del romanticismo italiano, con le due nuove stampe del brand, i motivi floreali Gucci Blooms e le geometrie Gucci Caleido.
Il risultato? Un guazzabuglio di ispirazioni diversissime tra loro, ironiche e provocatorie, che popolano l’account Instagram del marchio e si perdono nei feed social della rete.
“GucciGram è un punto di partenza per raccontare storie differenti, tutte unite da una grande libertà”, ha detto Alessandro Michele. “Oggi la creatività spesso nasce e trova la sua voce nei media digitali, una fonte vitale di cultura visiva”.
Quello che prende vita è un vero e proprio hub culturale online, effervescente concentrato di influenze pop attorno al marchio.
Così come le nuove stampe di Gucci, Blooms e Caleido, sono nate reinterpretando in chiave moderna il classico pattern del marchio GG, continua la diatriba tra vecchio e nuovo di Alessandro Michele con un altro progetto, più intimista e di maggior spessore.
“No Longer/Not Yet” è il titolo della mostra organizzata al Shanghai Minsheng Art Museum con le risposte efficaci e poetiche di 7 artisti internazionali alla domanda “Che cos’è il contemporaneo?”.
“Nella moda tutti sono concentrati sul futuro”, dice Michele, “io preferisco di gran lunga parlare di presente. Il futuro per me non è così interessante, forse perché non esiste. Io sono molto più interessato al contemporaneo”.
Tra installazioni, dipinti e lavori fotografici spicca la Sala “Gucci Tian”, l’opera del designer creativo stesso, una stanza dalla tappezzeria fiorita con un cubo specchiato contenente un ritratto elisabettiano del 1500.
Con un concerto di mosse studiate a tavolino, Alessandro Michele sta ridisegnando il corso di un marchio che ha fatto la storia della moda italiana, avvicinando lo scintillante fashion biz al serio mondo dell’arte.
Un turbinio di emozioni, riflessioni, strategie di web marketing e pagine di tomi letterari.
Un muoversi caotico e affascinante tra cultura alta e cultura bassa, mai come ora così attuale.