Due sono le cose importanti quando si va in bicicletta. E parlo di ciclismo urbano. Sicurezza, Intrattenimento.
Si va bene, lo so. Parlare di intrattenimento mentre si rasenta taxi e passanti potrebbe sembrare un po’ ridicolo, ma diciamoci la verità, la colpa non è mia. Da quando qualcuno mi ha messo in tasca un robo con il quale tutto insieme posso: scrivere lettere, guardare Migraine Boy, rassicurare la mamma, proiettare il simbolo di Batman, trovare moglie, beh, da quando posso fare tutto questo, mi sento in dovere di farlo costantemente.
Mettendo da parte discussioni filosofiche, in questo pezzo ho voglia di parlarvi di due componenti del mio kit di sicurezza e intrattenimento in bici.
Iniziamo con il Tiro della Tigre degli accessori di sicurezza per la bici, Blaze Laserlight. Questo è un progetto nato in Inghilterra da un gruppo di lavoro con un sacco di bici e un sacco di stile. A capo c’è da sempre Emily, che dopo aver passato qualche inconveniente fra le strade di Londra, ha ideato e messo su Kickstarter il Blaze Laserlight raggiungendo nel tempo previsto più del doppio del denaro richiesto.
Ma passiamo al prodotto. Blaze Laserlight, lo dice la parola stessa, è una luce di segnalazione da piazzare su manubrio nei bui pomeriggi invernali fino alle momentanee notti estive. Non si tratta semplicemente di un led, però, o per lo meno non solo, ma il Laserlight è anche un laser che proietta l’ologramma verde di una bicicletta, sulla strada, manifestando la tua presenza ciclistica a tutti coloro che ti incrociano da destra e sinistra. Niente più angoli morti, né punti invisibili, né oscurità agli occhi del pedone. Essere colpiti da guidatori o passeggianti, montando una Laserlight, sarà conseguenza solo della stronzaggine di una delle due parti, ma mai di mancata visibilità. E in più l’estetica: Blaze Laserlight è davvero stilosissimo, con un sistema di fissaggio al manubrio geniale per quanto meccanico e una magnetica presa per la ricarica. Un piccolo appunto: peso e dimensioni assomigliano a quelli di un microfono Shure.
Link perfetto al filone intrattenimento: gli auricolari FlyOne Dark. Sono mesi che cercavo qualcosa per rimpiazzare gli earphones del mio vecchio iPhone, che avevano ormai anche esaurito un ingresso jack vecchio di 4 anni. Così, guardandomi in giro, ecco spuntare un paio di auricolari bluethoot nati per lo sport e schizzati fuori da un progetto del Polimi del 2013: Deewear. Il nome del brand è la contrazione di Design Electronic Wearable e la cosa te la spara negli occhi la prima uscita di questi auricolari dalla scatola.
I FlyOne Dark sono davvero bellissimi e mi sono arrivati a casa con il 100% di carica che mi è durata per tutta la settimana lavorativa: 40 minuti di bici per andare al lavoro ascoltando musica e podcast, più di un’ora (ogni tanto due) per il ritorno a casa fra musica e telefonate. La qualità dell’audio fenomenale e l’accoppiamento con il mio vecchio 4s praticamente immediata, FlyOne Dark sono praticamente un gioiello, un gioiello di intrattenimento, ma anche di sicurezza.
“Ma come, ora ti metti a mischiare le carte?” Niente affatto. Non posso affermare che ascoltare musica mentre si sorpassano camion della BSR e si saltano le radici sulla ciclabile della Skalitzer Straße sia sicuro come mangiare un pacco di crackers solubili, ma c’è da dire che le FlyOne Dark, essendo nate per chi fa jogging, non sono completamente isolanti. A meno di volumi criminali, ovvio. Ma parlando di sicurezza c’è altro: la banda di raccordo dei due plug è riflettente, praticamente dello stesso materiale che rende supervisibili i bordi dei miei Schwalbe Marathon Plus. Niente di meglio per la notte berlinese. Se proprio devo trovare il pelo nell’uovo, i comandi delle FlyOne li avrei preferiti all’esterno degli auricolari, anziché sul microfono e, parlando di microfono, andando in bici ogni tanto la comunicazione risulta ogni tanto rumorosa, non isolando completamente il vento. Ma, d’altronde, queste sono cuffie da corsa non da bici.