La fotografia è il processo di disegnare con la luce, come suggerisce la sua etimologia: un composto delle parole greche φωτός (foto) “luce” e γραφή (graphe) “rappresentazione per mezzo di linee” o “disegno”.
Come un occhio umano, la fotocamera riceve impressioni di luce riflessa dal mondo che ci circonda. Quando si effettuano lunghe esposizioni, la pellicola diventa una tela. Finché l’otturatore è aperto si permette alla luce di agire come vernice.
Nel suo progetto phōtosgraphé, la fotografa newyorkese Lucea Spinelli distilla il corso del tempo in singole immagine fotografiche, che vengono montate in stop-motion. Questo processo ha in sé la capacità di rispecchiare la realtà e allo stesso tempo di sospenderla.
“Non ho mai studiato fotografia ufficialmente, il mio rapporto con il mezzo non ha mai cessato di avere un fascino infantile”. Per questo ad interessare ed emozionare maggiormente Lucea sono le forme sfocate o le striature di colore causate dal movimento di luce, quegli “incidenti” che vengono considerati errori fotografici dalla maggior parte delle persone.
Mettere le immagini in una sequenza ha permesso di portare questi incidenti alla vita, utilizzando un mezzo che imita la realtà. Il processo assomiglia a una sorta di performance artistica effettuata al buio.
“Lo studio della filosofia mi ha fornito i mezzi per capire che esistono reami di coscienza fuori della nostra percezione. Vedo i sogni, gli spiriti e le interpretazioni del divino come derivanti da questi regni. E’ questo che guida la mia esplorazione creativa.”
I flussi di luce sembrano, infatti, rappresentare un’energia, uno spirito, qualcosa che supera la nostra percezione visiva.
all images © Lucea Spinelli