Drinkinfinity è una nuova linea di prodotti che si caratterizza per l’utilizzo di una bottiglia e di capsule da miscelare nell’acqua. Concepita nel 2009, testata dal 2014 in Brasile, presentata al grande pubblico nel 2016 durante la Milano Design Week, è arrivata nefgli USA e si appresta a farlo in Europa.
Piuttosto che opporsi al declino delle bibite gassate, Pepsi ha deciso di creare un prodotto espressamente rivolto a quei consumatori attenti alla propria alimentazione e che prediligono i cosidetti superfood. L’azienda assicura, infatti, che i 12 gusti di Drinkinfinity sono del tutto naturali e privi di dolcificanti, con un apporto calorico che va dalle 30 alle 80 calorie.
Come funziona?
Pepsi ha progettato una bottiglia che accoglie la capsule sul collo; l’utente deve poi premere il tappo per rilasciare il liquido e shakerare. Sembra molto facile, anche se i primi test hanno evidenziato la necessità di una pressione abbastanza forte. Nulla che non si possa imparare col tempo.
L’attenzione al design della bottiglia, molto minimale, dimostra l’intenzione di rivolgersi ad un pubblico esigente e alla moda.
I gusti sono 12 ed ovviamente derivano dal mondo della frutta e delle erbe, come per esempio Mango e Chia, Cocco e Anguria, Ananas e Cocco, Melagranata, Limone e Alga Spirulina, Mandarino e Arancia.
Nonostante Pepsi abbia riprogettato tutta la filiera per ridurre l’impronta ambientale, qualche dubbio emerge dai test di Fast.Co Design circa la sostenibilità delle capsule (come succede anche in altri mondi, come quello del caffè) che allo stato attuale sono costruite con materiali differenti e quindi non riciclabili facilmente. L’azienda sta studiando un sistema di ritiro delle capsule a domicilio che, però, non convince molto dal momento che richiederebbe comunque l’emissione di anidride carbonica.
Drinkinfinity, anche se un prodotto che difficilmente ci saremmo aspettati da un colosso delle “acque zuccherate” come Pepsi, è il preciso risultato di un importante investimento che l’azienda ha compiuto in ricerca e sviluppo adottando le metodologie del design thinking sotto la supervisione del Chief Design Officer Mauro Porcini. L’intera linea è stata infatti sviluppata da un team dedicato che ha lavorato in un coworking fuori dalle mura di Pepsi, richiedendo centinaia di test e prototipi.
Ora staremo a vedere se riuscirà a superare la prova del mercato e dell’assaggio.