I sogni sono stati raccontati, scrutati, esposti e bistrattati in milioni di opere dell’umano ingengo. Non voglio essere banale nel citare La Science des reves di Michel Gondry o Die Traumdeutung di Sigmund Freud, però posso essere sicuro che fino a poche ore fa ero sicuro che nessuno più si sarebbe mai azzardato a trattare un tema così inflazionato.
Maria Fischer è una ragazzina tedesca di 25 anni, Graphic Designer con una propensione onirico/multimediale. I suoi lavori sono molto interessanti e uniscono uno spiccato senso estetico ad una importante propensione a stupire usando tecniche volte all’ibridazione di concetti digitali attraverso mezzi banalmente analogici.
Proprio questo è il caso di Traumgedanken (“Thoughts on Dreams“) il lavoro conclusivo del suo corso di studi all’Università delle Scienze Applicate di Augusta. In questo suo libro sono raccolte una serie di teorie psicologiche, letterarie, filosofiche e scientifiche volte a spiegare la natura stessa dei sogni. “Bella forza” – direte voi – “lo hanno fatto tutti”. Già, vero, ma il punto di forza di questo lavoro sta nei collegamenti che Maria è riuscita a creare fra un argomento e l’altro, attraverso dei link fisici. Da ogni parola significativa parte uno spago che riconduce al suo corrispettivo, seguendo il filo (naturalmente) della tematica. Questi collegamenti multicolore vanno a formare, all’interno del libro, anche delle figure volte a materializzare i sogni all’interno delle pagine di Traumgedanken.
Il risultato è così stupefacende da aver ricevuto il premio “Bavarian State Award for Young Designer 2010.
Quando mi trovo di fronte a progetti come Traumgedanken di Maria Fischer penso che la tecnologia fine a se stessa sia solamente una banalizzazione nerdistica della realtà, mentre la sua applicazione a supporti straconosciuti possa seriamente sfociare in arte.
Lo penso solo io?