In mezzo a troppe riviste mordi e fuggi TEMA si distingue. Ogni numero, pubblicato in pdf sul sito temamagazine.it, condensa quattro lunghe interviste ad artisti italiani, ne sonda la pratica e la ricerca. Il risultato è un approfondimento senza tempo, fatto di pensieri solidificati in parole e immagini che sintetizzano percorsi. Dal 17 settembre TEMA parla anche in inglese.
Polkadot incontra Sibilla Zandonini, curatrice del magazine.
TEMA è
Un luogo di incontro tra spettatori e artisti, l’incontro si realizza attraverso un magazine sfogliabile online.
Come avviene la scelta degli artisti?
Innanzitutto passo le giornate a “fare ricerca”, cioè navigo cercando novità interessanti, mi tengo informata sulle esposizioni e gli eventi del mondo dell’arte, giro per gallerie. Ho imparato che dietro ogni link può esserci quello che mi manca e che ci vuole tanto tempo e pazienza.
Poi, quando arriva il momento di passare ai fatti, intensifico la ricerca e seleziono a seconda del tema scelto per il numero una manciata di artisti il cui lavoro sia coerente con la mia idea. Tra questi ne seleziono quattro.
Più che interviste, confronti. Come ti relazioni con gli artisti?
Dal punto di vista pratico li contatto via mail proponendo l’intervista. Dico sempre di guardare cosa ho già fatto perché capiscano lo stile. Poi chiedo materiale sul loro lavoro, in caso non abbiano un sito completo e ben fatto, e inizio a studiare. Osservo le opere, leggo testi e notizie, osservo di nuovo le opere, creo relazioni tra loro, mi faccio film mentali, osservo di nuovo le opere e inizio a scrivere le domande.
Se io mi metto in gioco è più facile che anche l’artista faccia lo stesso e che nasca un dialogo originale e coinvolgente.
Quali sono gli aspetti più interessanti del realizzare una rivista come TEMA?
Uno degli aspetti più apprezzati è sicuramente la libertà: non avere né un editore né inserzioni pubblicitarie significa nessun padrone. Sfortunatamente significa anche niente entrate economiche ma questo è un altro discorso. Per un artista è liberatorio poter parlare del proprio lavoro in questo modo. Solitamente vengono interpellati solo in relazione a eventi specifici (mostre o premi), in TEMA invece si affronta tutto il percorso artistico per il gusto di farlo.
Personalmente, invece, si tratta di soddisfare un interesse sincero verso il loro lavoro, probabilmente le domande le farei comunque ma condividerle con altri mi costringe a fare di più, è una responsabilità.
Editoria indipendente in Italia. Cosa c’è di buono?
In Italia c’è una grossa produzione sotterranea di fanzine e similia che, ammetto, non mi ha mai interessato più di tanto. La maggior parte delle volte mi sembra che le motivazioni da cui nascono queste pubblicazioni siano troppo autoriferite, mentre un’opera per essere interessante dovrebbe stare in piedi da sola. Di buono c’è lo spirito, la voglia di fare e la passione. Visto il momento storico-economico che viviamo è fondamentale fare squadra.
Editoria e futuro. Come la vedi?
Discorso complesso. Credo che la difficoltà maggiore sta ne fatto che in Italia siamo un pò pigroni, così se negli Stati Uniti sembra quasi scontato che il futuro sia su tablet e non più su carta, qui da noi sarà un percorso molto più lento. Io vedo nei reader grosse potenzialità, soprattutto per la fruizione di riviste e magazine, ma un libro è qualcosa di molto diverso da un giornale e avrà sempre più valore iconico e di status. Mentre per l’editoria periodica la difficoltà sarà quella di adeguare i prodotti e seconda del mercato e del target, cioè differenziare i supporti.