Tradizione italiana, design contemporaneo e linee essenziali per un brand dal sapore nord americano. Museum da 25 anni propone capispalla dal mood autentico a cavallo tra tradizione e modernità. Abbiamo avuto modo di porre qualche domanda a Edoardo Ambrosini, responsabile Marketing, per conoscere le scelte e le strategie di Museum.
Quali elementi connotano lo stile Museum?
Lo stile Museum è uno stile sportivo/casual. Prende spunto dai capi outdoor americani e in alcuni casi sono giubbotti che di certo non passano inosservati o lasciano indifferenti. L’obbiettivo è quello di portare la performance di capi studiati per ambienti estremi in ambienti più quotidiani e metropolitani.
Quale strategia avete seguito per la comunicazione del nuovo concept del brand?
Il nostro ambiente naturale è all’aperto e in particolare in montagna e ci piaceva immaginare dei ragazzi che per il gusto di stare insieme in amicizia, si godessero una sana giornata sulla neve, divertendosi con delle coperte colorate come se dovessero fare un pic nic sulla neve. E il risultato devo dire che ci piace molto.
Quali sono le novità della collezione 2011/12 Museum? Vi siete concentrati su tre temi: Artic, Outdoor e Special Edition. In cosa differiscono?
Tutti i nostri giubbotti hanno delle valenze tecniche ma quelli che fanno parte del gruppo Artic hanno anche un aspetto più sportivo e in alcuni casi dei tecnicismi maggiori. Il tema outdoor racchiude invece quei giubbotti più sportswear outdoor appunto che sono più adatti ad un uso quotidiano. Lo Special Edition invece è il tema in cui ci sono i giubbotti più metropolitani/fashion, in cui usiamo dei tessuti più stagionali come per esempio quest’anno Epic® e la lana.
Avete progetti che prevedono nuove collaborazioni o l’inserimento di nuovi prodotti?
Nuove collaborazioni per il momento no, ma in progetto c’è la realizzazione di una collezione di total look anche se il nostro core business è sempre il capospalla. Il total look servirà per riuscire meglio a dare l’idea di quello che per noi è il perfetto outfit Museum.
Dove sono prodotte le Vostre collezioni?
La produzione di Museum avviene in diversi paesi del mondo a seconda delle tecniche richieste per la confezione. Vista l’attenzione per la qualità ci appoggiamo ai più importanti e capaci fornitori mondiali specializzati nella produzione di capi outdoor tecnici per garantire la massima durabilità e performance possibili.
Avete munito i vostri capi di un codice identificativo univoco. Cos’è il Sistema Certilogo?
Certilogo è un sistema utilizzato da vari brand dell’abbigliamento che permette di rispondere in maniera chiara alla ormai sempre più frequente domanda del consumatore finale “come faccio a sapere se questo capo è originale?”. Per avere la risposta il consumatore finale non deve fare altro che andare sul sito www.certilogo.com e inserendo il codice gli verrà data la risposta. Noi inoltre abbiamo fatto sì che coloro che acquistano un nostro giubbotto e inseriscono il codice hanno la possibilità di iscriversi anche ad un contest che può far vincere una due giorni sulla neve con noi della Museum. Dei giorni per far provare sulla propria pelle quello che per noi è la montagna all’insegna dell’avventura ma anche del relax e del confort. Sul sito http://igloom.museumtheoriginal.com c’e’ modo di vedere quello che voglio dire.
Un brand per giovani non può non essere “digitale”. State cercando di creare una vostra digital identity o un vostro blog? Avete delle novità che corrono in rete?
Avevo pensato ad un nostro blog ma ancora non sono riuscito a trovare il partner giusto per farlo. Per ora di digitale c’e’ il nostro sito che comunque ha diverse feature particolari come il test per trovare i giubbotti più adatti, o la playlist con dei brani da ascoltare scelti da noi, i giubbotti più adatti ad un determinato meteo. Abbiamo ovviamente un profilo Facebook ed uno Twitter. La vendita on-line è in previsione.
Come vede l’attuale situazione del settore e cosa pensa della crisi che sta attraversando? Cos’è meglio per il futuro, Co-branding, licenze o gestione diretta?
La crisi non e’ tanto del settore ma è globale. In realtà il settore continua a proporre novità e c’è lo spazio per crescere anche in questi momenti. Il mercato è meno recettivo o meglio è molto selettivo per cui non bisogna sbagliare nulla per farcela. Tra quelli proposti vedo meglio la gestione diretta ma ormai il futuro è talmente veloce che certi termini potrebbero diventare obsoleti nel giro di un paio d’anni e nascere nuove opportunità di business.