Philippe Ramette è un surrealista dei nostri giorni. La fotografia nelle sue opere svolge un ruolo duplice, è il mezzo ma è anche il fine: è la rappresentazione ultima, quella che poi resta dopo il momento della messa in scena. Ramette non fotografa situazioni, le crea, le ribalta e si introduce all’interno di esse come protagonista. Ciò che mette in mostra è un’interpretazione non-sense del mondo, ma senza inventare nulla, lo fa con un gioco di punti di vista insoliti e spiazzanti per lo spettatore. Lo vediamo quindi affacciarsi da un improbabile balcone marino, oppure salire in apnea delle scale a pioli adagiate sul fondo del mare, o ancora penzolare da una torre a strapiombo sul cielo. Il tutto senza alcun utilizzo di photoshop.
La suggestione di Ramette è forte perchè mette in discussione quelle che per noi sono delle certezze elementari, ci vuole lasciare lo stupore di credere che in fondo le leggi della fisica non sono poi così rigide e soprattutto non potranno mai fermare il pensiero creativo. Come dargli torto.
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