“Il tè va servito con il latte o con il limone?”. Questo dubbio amletico ci affligge ogni volta che vogliamo approntarci al nostro “momento-relax delle 17”. Nella capitale inglese ci direbbero che il tè si beve rigorosamente con il latte (anche perchè l’altra modalità da loro si chiama Breakfast Tea e non lo bevono nemmeno gli anziani!…darlin’) mentre da noi questa tradizione chissà chi ce l’ha tramandata! Beh, e se poi si scopre che per bere il tè, quello vero, bisogna seguire i mille tipi di infusioni made in China, che di varianti ne hanno fino a farti girar la testa (verde, giallo, rosso, nero, verde-azzurro e-chi-più-ne-ha-più-ne-metta) e che esiste tutta una gestualità rituale (il Kung fu cha) nell’uso del gaywan, una particolare e fragilissima tazza con coperchio, mentre una piccola rana di argilla ti guarda assetata (bisogna bagnarla ad ogni infusione per godere della sua fortuna), beh, allora non allarmiamoci se non riusciamo a tenere nemmeno due bacchette in mano!
Anyway, direbbero gli inglesi (appunto), l’esperienza fatta da Chà Tea Atelier grazie a Emozione3 in una lezione guidata dalla super esperta Gabriella Lombardi (gestore dell’atelier e volata fino in Cina per imparare l’arte del tè), mi ha fatto apprendere soprattutto il concetto di varietà: quella che sviluppa i sensi e l’attenzione al particolare. In fondo, Confucio asseriva: “Chi non cambia è solo il saggio più elevato o lo sciocco più ignorante”.
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