Milanese di adozione, grande amante della birra Raffo.
Ha partecipato al mifai 2012 (manifestazione parallela al miami dove alcuni illustratori sono chiamati a disegnare su un tavolo che proietta tutta l’evoluzione dell’illustrazione) come anche a diversi eventi tenuti dal bimestrale nurant.
Abbiamo incontrato (virtualmente, per questa volta) uno degli illustratori che ci stanno più a cuore: fuzmax .
Cosa significa essere un illustratore oggi in Italia?
Più in generale significa riuscire a scendere a compromessi con le persone con cui lavori e con i tuoi datori di lavoro. Tante volte si collabora con gli art directors delle agenzie o delle case editrici che fanno capo ai vari direttori creativi che a loro volta fanno capo al cliente. A volte ti lasciano campo libero (poche), altre volte devi modificare più e più volte il tuo lavoro per venire incontro alle esigenze loro e soprattutto del cliente. Per cui la scommessa è riuscire a conciliare le loro idee senza snaturare eccessivamente il mood del tuo lavoro.
Spesso la si perde, ma quando la vinci è pura soddisfazione.
In Italia, in particolare e soprattutto al di fuori della “grande città”, significa arrendersi al fatto che tua zia, tua nonna e anche alcuni tuoi amici non capiranno mai davvero in cosa consista il tuo lavoro. Glielo spiegherai tante e tante volte ma per loro rimarrà un bizzarro mistero l’idea di lavorare e guadagnare disegnando.
Ti svegli al mattino, vedi il tuo foglio bianco. Hai una specie di immagine ricorrente che disegni?
Tra pinterest, facebook, e le migliaia di immagini che ci scorrono sotto gli occhi attraverso il web tutti i giorni è difficile avere un’ immagine sola. Diciamo che gli stimoli visivi sono anche in eccesso e a volte, almeno per me, c’è il rischio di avere una confusione di immagini nella testa.
Ma più che un immagine, quello che ho in testa e che cerco di rappresentare partendo da un foglio bianco, è un’atmosfera particolare, una situazione che mi piace “congelare” nella mia illustrazione quasi come un’istantanea… e, pensa, a volte ci riesco anche. Giuro!
Nelle tue illustrazioni non ci sono colori ma sfumature di grigio. Credi che ne siano più di 50? (aahahahahha.. nn credo debba rispondere a questa)
… puoi scrivere, “guarda basito la parete spoglia”?
No dai ritorniamo seri! La domanda sarebbe questa: sfumature di grigio vs colore? Come mai vincono le sfumature?
In primis perché uno dei miei modelli di riferimento, soprattutto negli ultimi anni, è l’iconografia dei cartoni animati anni 30-40 come i primissimi cartoni di Walt Disney o quelli (ancora più attuali) di Max Fleischer per intenderci. Il colore non è che lo snobbo, anzi, è il prossimo agognato step. Sto sperimentando qualcosa perché colorare esclusivamente con il mac (e i vari software) non mi entusiasma. Come tanti altri illustratori che conosco ho sempre bisogno di disegnare a mano e per questo il bianco e nero che ottengo con la china mi è più congeniale.
Alcune tue illustrazioni sono legate al mondo musicale. Hai smesso di ascoltare gli Incubus? Cosa ti piace ascoltare mentre disegni?
Sotto sotto ho sempre desiderato avere un qualche talento musicale. Non avendolo (non conosco nemmeno mezzo accordo di chitarra ed è meglio che non apra bocca per cantare) cerco di incanalare quel desiderio nell’unico vero talento (o presunto tale) che penso di avere. Poi, più in generale, ho sempre amato l’iconografia rock da quando, quindicenne, compravo i cd solo in base alle copertine. Per esempio, Dookie dei Green Day o No Protection dei Massive Attack, li acquistavo per guardare l’illustrazione della cover visto che ai tempi Google immagini non esisteva e altro modo per ammirare quelle illustrazioni non esisteva.
Ultimamente ascolto più la radio ma ho scoperto che l’album “portafortuna” quando disegno è Let it bleed dei Rolling Stones.
Gli incubus gli ascolto poco ormai. O hanno preso strade musicali che mi attirano meno o sono io che crescendo ho cambiato gusti. Oh, sia chiaro, rimangono sempre una grande band.
Cosa non deve mancare in un tuo lavoro o illustrazione?
Mi piace pensare che l’elemento sempre presente, in qualsiasi illustrazione, sia la mia pignoleria. Cioè il voler ricercare il dettaglio ad ogni costo e per qualunque cosa-oggetto-personaggio che illustro. Non sono mai stato un disegnatore dal tratto “fresco” e “immediato” perché se voglio disegnare qualcosa mi piace perdermi nei dettagli (reali o inventati) che posso tirar fuori da quello che sto rappresentando su carta.
Se dovessi immaginare il mondo tra 5 anni, come lo illustreresti?
Faccio parte della generazione cresciuta negli anni 80, per cui se mi parli di futuro nel mio immaginario ci sono le auto e gli skate volanti come il buon Doc Brown e Marty Mcfly ci hanno insegnato in ritorno al futuro 2. E anche se so che tra 5 anni non sarà così, mi piace immaginare comunque una cosa del genere…