Tra tutte le cose che ci sono da vedere e da fare a Milano, in questi giorni si è aggiunta una visita obbligatoria alla mostra inaugurata pochi giorni fa: ‘Jeff Wall/Actuality’. I divoratori di immagini come la sottoscritta già lo conosceranno, uno dei pezzi grossi della fotografia contemporanea internazionale.
In esposizione 42 opere nelle quali ritroviamo, in pieno stile Wall, scene di vita quotidiana sapientemente ricostruite in studio, dove ogni dettaglio è curato e nulla è lasciato al caso. Una cura sofisticata nella produzione di una sola singola immagine che alle volte prevede un lavoro di giorni se non settimane, comprendendo anche alterazioni digitali.
Profondo conoscitore della storia dell’arte, Wall spesso e volentieri attinge al mondo iconico passato per citarlo e riportarlo in un contesto attuale di violenza urbana, povertà, razzismo e tensioni sociali.
Osservando le sue immagini ci si ritrova davanti ad uno spaccato di vita quotidiana, rappresentato con precisione e profondità, proprio come si usava nell’Ottocento; tutto ciò fa’ sì che il nostro artista in questione sia stato ribattezzato “pittore della vita moderna“, così come Charles Baudelaire fece riferendosi agli artisti del suo tempo.
Frequentemente nelle immagini dell’artista non capita niente o vi è l’assenza di soggetti, suscitando interrogativi nello spettatore sul suo rapporto con la fotografia.
Un innovatore dunque, che non si preoccupa di riprodurre fedelmente la realtà che lo circonda, ma che sapientemente riproduce mondi artificiali, trattando temi attuali, innescando nuovi meccanismi nella lettura di un opera d’arte.
Altro segno distinguibile del suo lavoro sono i ‘lightbox’, che usò per primo, retroilluminando fotografie di grande formato.
“La sua non è un’infarinatura di storia dell’arte, ma conoscenza approfondita, tanto da condividere i metodi di un pittore, con macchina fotografica e computer.” Corriere della Sera
19 marzo – 9 giugno 2013 PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
Via Palestro 14 , Milano