Le regole del “perfetto frequentatore del Fuorisalone” le conosciamo già ma, nonostante preconfezionati dogmi e prestampati vademecum, il magico cappello del Fuorisalone tira sempre fuori novità di cui, quando cala il sipario, siamo irrimediabilmente addicted.
Classe ’89 e laureato al Politecnico di Milano , Gio Pastori è una di queste.
Creativo e abile, con una forte capacità di cogliere l’essenza dei soggetti raffigurati senza l’aiuto dei tratti espressivi del volto, ha collaborato durante il Fuorisalone con la casa di orologi Hip Hop , realizzando ritratti in real time per i visitatori.
La sensazione è quella di guardare un giovane Monet o Picasso che si diverte con tessuti e taglierino.
Incuriosita dalla semplicità, dalla linerità, dal colore delle sue creazioni, ho deciso di conoscerlo meglio:
1) CHI E’ GIOVANNI PASTORI
Nasce a Milano nel 1989. Papà attore mamma maestra. Inizia a disegnare prima di imparare qualsiasi altra cosa, cresce con tre fratelli tra carta colori e musica. Frequenta il Liceo artistico, studia Design per poi specializzarsi nel 2012 in Illustrazione Editoriale.Sogna New York ma inizia a farsi qualche esperienza in Italia. Incontra gli amici di Madeincopernico con cui sperimenta la serigrafia fatta in casa e l’autoproduzione editoriale. Inizia a disegnare per il mensile Vita e, collezionista di pezzi di carta, porta avanti progetti personali legati al paper-cutting in lavori editoriali e “performance” dal vivo per eventi di vario tipo.
2) COSA VUOI FARE DA GRANDE? LA PRIMA VOLTA CHE HAI RISPOSTO “ILLUSTRATORE”
“L’ho realizzato chiaramente l’anno scorso, grazie all’incontro con Alice Beniero (ISBN Edizioni) e Pietro Corraini (Corraini Edizioni), responsabili del corso di Illustrazione al Bauer di Milano. Sono stati capaci di trasmettere al meglio la loro passione e professionalità nei confronti dell’editoria illustrata contemporanea, un mondo di cui mi sono presto innamorato.”
3) STEP E OSTACOLI SULLA STRADA PER REALIZZARE IL TUO SOGNO
“Io sono all’inizio del mio cammino e vedo che la ricetta fondamentale è un mix di voglia di fare, costante ricerca, tanta curiosità, una buona dose di auto promozione e la capacità di cogliere le occasioni. L’ostacolo più grosso a quel punto è solo il mio corpo pigro. In Italia l’illustrazione fa un po’ fatica a essere valorizzata, rispetto a altre parti del mondo. Ma sento che è in atto una risalita, la gente ha bisogno di cose belle.”
4) UNA COSA DI CUI NON SAI FARE A MENO
“Raddrizzare i quadri storti.”
5) LA TUA PIU’GRANDE SODDISFAZIONE
“Suonerà un po’ cliché, ma la soddisfazione più grande sta nella gratitudine delle persone per cui lavoro.”
6) COSA FAI QUANDO NON DISEGNI?
“Corro, guardo serie TV, viaggetti low-cost, bevo Negroni, vado all’Ikea e cerco di stare sempre aggiornato su ciò che mi succede intorno e che potrebbe fomentare la mia creatività. Mi piace anche ficcare il naso in ambiti confinanti al disegno e all’illustrazione: sto collaborando con alcuni amici alla progettazione di una linea di Tshirt e con altri amici ad alcuni prodotti per la prossima Dutch Design Week.”
7) IL TUO MENTORE
“Difficilissimo sceglierne uno solo. Sintetizzo con Matisse e Tom Wesselmann, i miei più grandi maestri indiretti.
8) Cosa c’è nel tuo futuro?
Vivo giorno per giorno. Ci sono vari progettini in ballo e non ho la certezza che tutto andrà a buon fine, ma sono estremamente ottimista. Spero di mantenere la stessa spinta creativa che caratterizza questi ultimi tempi. Se si ha voglia di fare, e fare bene, non si sarà mai disoccupati.”
9) QUANDO DEVI RAFFIGURARE QUALCUNO, QUAL E’ LA PRIMA COSA CHE GUARDI, CHE TI SPINGE A COMINCIARE A CREARE?
“Il mio tentativo è quello di delineare la personalità del soggetto. L’atteggiamento. E questo può essere rappresentato partendo da elementi reali (occhi, capelli, vestiti, accessori, …), oppure dalla posizione del corpo, dai colori e dal mood del ritratto. Mi piace variare il più possibile nelle modalità di rappresentazione. Ovviamente ho dei soggetti che preferisco come, per esempio, le persone eccentriche, esagerate ricche di dettagli. Quando invece mi trovo davanti persone più piatte, mi annoio e le liquido con una scala di grigi.”
10) DA BAMBINA AMAVO FARE UN GIOCO, CHE COMBINAVA L’IMMAGINAZIONE CON IL VISSUTO, LO PROPONGO ANCHE A TE, E’ IL -SE FOSSE- (WHAT IF PER RENDERLO PIù MODERNO):
– Se fosse un libro
“Vecchie che cadono di Danil Charms e Joanna Neborsky. Oggi. Domani non lo so.”
– Se fosse un eroe moderno
“La signora delle pulizie”
– Se fosse un altro lavoro
“Lo Stomp”
– Se fosse una città
“Nuova York ma con la costa siciliana.”
– Se fosse un ricordo del cuore
“Liuk all’arancia dalla nonna Lupo”
– Se fosse un consiglio
“Fare-sempre-bene”
More here.