Si è autodefinito “musical genius”; ha collaborato con Feist, Boys Noize, Peaches e Daft Punk; nel 2009, ha battuto il record con il suo concerto al Ciné 13 Théâtre di Parigi, durato 27 ore, 3 minuti and 44 secondi. Jason Beck, aka Chilly Gonzales, un genio lo è. Chilly è un pianista moderno, aperto a qualsiasi genere, a qualsiasi ispirazione. Chilly ruba e ri-arrangia. È pianista, produttore, song-writer. Rideclina i suoi studi classici in sonorità contemporanee, strizzando l’occhio al pop, al rap, all’elettronica e al blues e, in questo, non appare mai banale.
Grazie all’ospitalità di Eat Your Own Ears, la scorsa settimana abbiamo avuto modo di assistere al suo live presso il Cadogan Hall di Londra. Dopo i primi 5 minuti di lotta con la nostra vicina di poltrona (non gradiva i nostri scatti), abbiamo deciso di deporre le armi e limitarci all’ascolto. Dopotutto, è ciò che Gonzales merita.
I suoi concerti sono lezioni. Lezioni d’ascolto. Qui, si scopre che l’arpeggio è la tecnica con cui si trasformano le note in musica e che il piano può suonare un’infinità di melodie, anche il più elettronico Sebastian Tellier! Chilly ne mostra i segreti e la magia attraverso citazioni pop e un monumentale piano vision dove le mani del pianista sono protagoniste. Gonzales ti guida alla scoperta della sua passione, iniziata quando aveva solo 3 anni, e lo fa con ironia. Sul suo palco, una giovane cubana e una più anziana coppia di sposi sono pescati dal pubblico per seguire le istruzioni del pianista che, accogliendoli in vestaglia e pantofole, dimostra loro e a chi li guarda che tutti possono creare melodie ma solo il ‘genio’ può, al di là di virtuosismi, emozionare, intrattenere e divertire. Quel genio suona da solo. Quel genio è Chilly Gonzales.