Abbandoniamo le strade pulite e levigate dell’illustrazione, per entrare in un sentiero spinoso e labirintico chiamato pittura. Lo facciamo con Ester Grossi che, però, qualche legame con l’illustrazione ce l’ha. Aquilana, classe 1981, ha tenuto recentemente una personale allo Spazio Testoni di Bologna, nel quale ha presentato la sua produzione “ultrapiatta“, che quasi richiama quello stile più grafico ed illustrativo per il quale abbiamo ritenuto di inserirla nel nostro cammino dedicato all’illustrazione. Tinte piatte, colori forti ed acrilico su tela, Ester è talmente apprezzata da essere stata selezionata per la 54esima Biennale, oltre che per aver disegnato per alcuni festival cinematografici, per il teatro e per band musicali (come Life&Limb, una nostra conoscenza).
Anche con lei abbiamo scambiato le solite quattro chiacchiere. Il risultato è un’intervista colma di spunti creativi. Prendete nota!
✘ Ciao Ester, benvenuta sulle nostre pagine ☺. Con te siamo andati fuori dal “seminato” dell’illustrazione vettoriale. Come hai reinterpretato il nostro logo?
È diventato una delle tre frecce che si trovano sul soffitto del portico di Casa Isolani, a Bologna (città nella quale vivo da molti anni). Ci sono due leggende legate a queste frecce:
Un nobiluomo, per vendicarsi della moglie traditrice, decise di farla uccidere e per questo inviò tre arceri. Vista la donna alla finestra i sicari la presero di mira, ma ella fece cadere il mantello mostrandosi nuda. I tre uomini, distratti dalla scena, mancarono il bersaglio.
Una lite scoppiata tra due nobili si concluse con alcune frecce scoccate in maniera alquanto imprecisa.
✘ Dipingere dev’essere particolare, diverso dal semplice disegnare. L’aspetto materico è importante. Quali sono le superfici che ti piace toccare con più piacere (lo so che è ambigua, me l’hanno detto, però non c’è malizia, giuro ndr)? Il cuscino del letto o del divano non vale.
Domanda difficile e anche maliziosa (quindi non ti credo), ma direi i capelli di Robert Redford (sono sempre stati una mia perversione) e le caramelle gommose.
✘ Definisci il tuo stile.
Piuttosto mi piacerebbe citarti una frase, riferita alle tele di Milton Avery, che vorrei fosse stata scritta riguardo il mio lavoro “Riduceva figure e paesaggi a poche, ampie chiazze di colore: una grande striscia nera era il mare, una grande striscia gialla la sabbia, una grande striscia blu il cielo, e nient’altro. Le sue opere erano sempre garbate, ma garbate come poteva esserlo un uomo con la pistola in mano“ (cit. “Oggetti di Bellezza” di Steve Martin)
✘ Sicuramente avrai qualche ispiratore, ci fai qualche nome?
Ne ho moltissimi, tra pittori, musicisti, registi, scrittori, ma direi Caspar David Friedrich, David Lynch e Warhol (soprattutto per il suo libro “La filosofia di A. Warhol). Comunque vado a periodi, ho le mie puntuali fissazioni mensili. Ultimamente sono ossessionata dai pittori fiamminghi.
✘ In che modo i tuoi dipinti riflettono la tua personalità (se la riflettono)? Come ti definiresti quindi?
Diverse persone mi hanno detto che apparentemente sembro una ragazza dolce, tranquilla e mansueta. In realtà sono come i miei quadri, dalla calma soltanto apparente, fortunatamente.
✘ Spesso hai collaborato con gruppi musicali o festival cinematografici. Ci consigli tre canzoni ed un film?
Volentieri! Vediamo…riguardo le tre canzoni ♫, sul momento, direi: “Microcastle” dei Deerhunter, “La nuova America” di Battisti e “Quiet Village” di Les Baxter.
Invece il film ▶ che vi consiglio è “Spider Baby” di Jack Hill (sono una patita di film horror!)
Se vi piacciono i lavori di Ester, date un’occhiata al suo sito internet.
➝ Nella puntata precedente: “Sarà forse narcisismo?” Le illustrazioni di Francesco Poroli