Si è svolta presso la Galleria Borghese l’intervista a Candida Höfer, la celebre fotografa tedesca, incaricata dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e dal Polo Museale della città di Roma, di immortale Palazzo Borghese com’era 200 anni fa, prima che gran parte delle opere appartenute alla famiglia Borghese si disperdessero agli inizi del XIX sec.
La mostra che titola “I Borghese e l’Antico” sarà aperta al pubblico dal 20 giugno al 15 settembre.
La celebre Galleria del Lanfranco, dove è possibile ammirare le sette meraviglie della Höfer che riproduce la ricostruzione dell’antica collezione borghese, ha ospitato una conversazione tra l’artista tedesca, il Direttrice del Museo Anna Coliva, Mario Codognato, Curatore dell’Esposizione, gli invitati e gli appassionati del web, ospiti onniscienti pieni di domande e curiosità. (la conversazione sarà trasmessa in streaming su www.telecomitalia.com/tit/it/galleriaborghese.html fino al 1 marzo 2014).
L’artista, elegante ed essenziale nel suo abito dai rimandi orientali, circondata dalle sue opere, ha risposto alle domande dei presenti e degli utenti con grande semplicità facendo luce sui punti essenziali dell’esposizione e sul significato che essa rappresenta. Un’opera d’arte nell’opera d’arte, una contemporaneità che viene conferita a ritroso nel tempo, ed è questo che rende quest’opera unica nel suo genere.
Tramite questi sette scorci e 60 dei 600 pezzi originari è stato possibile, attraverso la fotografia, riprodurre dei perfetti disegni prospettici di quello che furono gli antichi fasti della villa.
La luce scelta per questo compito è la luce naturale che conferisce all’immagine maggiore spessore e permette di “viaggiare più leggeri”.
Come ha spiegato l’artista, infatti, le foto sono state realizzate con una macchina fotografica digitale su cavalletto senza l’ausilio di lampade particolari, questo evita l’ingombro di materiale, permette di riprodurre una luce che risulti più autentica e il tutto avviene in maniera più rapida.
Le foto che vengono realizzate, subiscono dei processi di post produzione digitali successivi.
Queste nuove tecniche, afferma la fotografa tedesca, rappresentano un’opportunità nel campo tecnologico e fotografico nonchè uno stimolo a migliorare le immagini anche se bisogna dosarne l’utilizzo, ed è proprio questo che determina la nascita di un’opera d’arte.
A conclusione di questa conversazione una domanda dal pubblico:” se ci fosse un libro della storia della fotografia che descriva il suo lavoro come vorrebbe che fosse raccontato?” Candida con un sorriso timido risponde:” sarei ben felice di sentire la risposta da voi”.