Il Giro del mondo in ottanta caschi. Almeno ci provo. Sono partito dall’Italia con Limar fino alla California con Giro, passando per la Svezia con quell’Hovding che più che un casco sembra una mongolfiera autogonfiante. Ora mi sto facendo un giro per la Spagna, per presentare un altro prototipo, sbocciato anch’esso da Kickstarter e in un tempo davvero brevissimo, un po’ come un fungo prataiolo. Fungo prataiolo a cui sono stato accostato la prima volta che i romagnoli mi hanno visto pedalare con questo casco in testa.
Il progetto in questione si chiama Closca, è di Valencia e si è prefissato di disegnare e distribuire caschi metropolitani per ciclisti urbani, con un design coppolesco e un pratico meccanismo pieghevole che permette di portarsi il Closca comodamente nelle borse da spalla.
Si tratta di una scelta di sicurezza, certo, ma anche di stile. Effettivamente indossare un casco sportivo nei tratti cittadini di tutti i giorni, magari sopra una bella giacca di panno a quadri, non mette a proprio agio, con Closca questo problema smette di porsi. Il Foldable Helmet Valenciano, infatti, è formato da una base protettiva, in piena norma di sicurezza, e da una parte estetica che ha la forma di un cappellino solare e soprattutto intercambiabile. La cosa davvero figa è che Closca propone sei modelli diversi, ma basta contattare i designer spagnoli e comunicargli pattern, disegno e materiale preferito per farsene costruire uno ad hoc. Un progetto nato per portare più colore fra le strade cittadine ma soprattutto più sicurezza sulle teste di tutti noi ciclisti urbani.
Ovviamente non poteva mancare una chiacchiera fugace con Carlos Ferrando, metà della coppia che ha partorito il progetto Closca.
Ciao Carlos.
Ciao Stefano. Non ti faccio neanche fare la prima domanda, comincio dicendoti che a ideare Closca siamo stati in due: io e Rafa Cerdá. Entrambi Bike Commuter ed ex studenti di Ingegneria Industriale. Nel nostro periodo universitario eravamo soliti solcare le strade valenciane con le nostre biciclette. Cosa che io faccio ancora.
A questo punto parti pure con la storia. Fallo dall’inizio.
Circa tre anni fa. Pranzo sul mare con amici e fidanzate. Davanti a un picadillo de pescado. “Ma quanto è difficile pedalare nella nostra città” – dicevamo – “eppure Valencia ha tutto per essere la città ideale per la bicicletta: spledide strade sulla costa mediterranea, clima soleggiato, percorsi in piano”. “Certo ragazzi, ma pedalare fra camion e taxi indiavolati non è poi così semplice. Senza casco poi…” “Ma perché senza casco?” “Hai mai provato a metterti uno casco da bici con uno qualsiasi dei tuoi vestiti? Un pugno in un occhio. Senza considerare poi che non sono mai riuscito a ficcare nessun casco da bici dentro allo zaino”. “Possiamo sempre disegnarne uno. Siamo designer industriali, mica ragionieri”. “Gia!”
Da qui partito tutto. Il progetto, la ricerca di fondi su Kickstarter. Tutto!
Voglia di proteggere le testoline dei ciclisti urbani quindi?
Testa e immagine. Non potevamo permettere che gente con un certo stile si mettesse in testa caschi disegnati per strada, mountain bike o Bmx.
Il casco per noi deve essere protezione, certo, ma anche un accessiorio fashion.
E ora dove siete arrivati.
Un casco in EPP sicuro e pronto ad essere compattato. Sei differenti cover per design e materiali.
Possibilità di completa customizzazione del proprio modello. Basta fare un disegno, contattarci e mostrarcelo. A farlo recapitare a casa ci pensiamo noi.
Domani?
Stiamo lavorando per una nuova linea di Closca per bambini. Anche i più piccoli si meritano un po’ di stile su seggiolini e tricicli.
Abbiamo anche ricevuto richieste di collaborazione da grandi brand che si stanno mettendo in fila per disegnare nuovi modelli per le nostre cover.
Nessuna possibilità di far breccia anche fra i road cyclist?
Non riusciremo mai a influenzare chi pensa al ciclismo esclusivamente come sport. Questi continueranno ad usare altri caschi.
Parliamo un po’ del tuo rapporto con la bici. Quante bici hai?
Un sacco! Una contropedale che batte i tempi della mia vita di pendolare della bicicletta. Una bici da corsa e una bici vintage.
Quanti chilometri al giorno?
Una decina.
La città più bike friendly che abbia mai ospitato le tue pedalate?
Copenhagen! Ci sono più bici che macchine. È fantastico.
E in Spagna?
Siviglia, una delle cinque città migliori d’Europa, ciclisticamente parlando. Infrastrutture sicure, piste ciclabili e tempo splendido tutto l’anno.
Questo dimostra come la cultura ciclistica iberica stia crescendo fortissimo. Altro che Italia.
Oddio. Non passa giorno che sulla ciclabile di Valencia non debba schivare pedoni che non si curano minimamente delle bici. Sulla strada poi è un dramma, fra novelli Sebastian Loeb e sportelli sulle gengive.
Però sicuramente stiamo migliorando: Barcellona, Bilbao e Valencia hanno degli ottimi servizi di bike sharing e Madrid ne sta costruendo uno ad hoc. Cosa che sicuramente migliorerà la sensibilità cittadina alle due ruote senza motore.
Torniamo a te. Quanti caschi hai?
Uno solo con sei diverse cover.
Eccallà! E prima di Closca?
Avevo un casco nero. Ma abbassava troppo il tono della mia divisa in giacca e cravatta.
Ma non bastava cambiare abiti?
Sì. Per cambiare lavoro e iniziare una carriera da disoccupato.