Volevo passare alle Sennheisen. Perché delle Beats Audio, Dr Dre o non Dr Dre, ne ho abbastanza: in un paio d’anni d’uso le mie Solo Hd sono finite due volte in assistenza garantita (spedite di mia tasca), per poi vivere scollamenti copiosi della banda protettiva e la distruzione dell’archetto. No grazie, non è roba per me.
Guardandomi in giro per qualcos’altro mi sono fatto sedurre dal Momentum Project, campagna di testimonial per la promozione delle nuove Lifestyle Headphones di Sennheiser.
Già, perché io avevo sempre visto i prodotti di provenienti dalla Bassa Sassonia come lo specchio esatto del loro logotipo: pieni e quadrati, ritratti di affidabilità e sostanza. Non serve troppo lo stile quando si ha una resa così alta. La mancanza di sale può diventare un’abitudine, più per chi cucina che per chi si siede a tavola. Il commensale, però, lascerà la tavola sempre con una sensazione di non completo appagamento.
Per farla breve: gli statunitensi hanno pensato bene di spargere grasse manciate di showbiz con coffie colorate e vistose che hanno cominciato a mostrare la propria presenza fra aeroporti e coworking.
Il mercato è cambiato e il design doveva assolutamente entrare nel canone di Sennheiser, così come qualità audio e attenzione sui materiali c’erano sempre stati.
Ecco in tre parole l’idea di Sennheiser Momentum, non solo Headphones ma anche lifestyle: Momentum Project – che mi ha fatto pensare che fossero le cuffie ad essere nate da questo progetto più che il contrario – e Momentum Chain con i consumatori a far esplodere la creatività in video di sette secondi lo dimostrano.
Insomma di cuffie e progetti ho parlato con Uwe Cremering, Head of Global Marketing di Sennheiser, che mi ha colmato un sacco di curiosità.
Progetti? Curiosità? Posso partire da qui Stefano?
Certo Uwe. Vai pure.
Sentivo che parlavi del Momentum Project e dei tuoi dubbi sull’uovo e la gallina. Beh, ovviamente prima di tutto sono nate le Headphones, ma diciamo che la campagna era già al suo interno. Oliver Berger stava disegnando le Momentum con un target molto chiaro in testa: solo musica ascoltata ad alto livello, obiettivi importanti e niente compromessi, dinamicità e passione. Di gente così ne conoscevamo davvero tantissima ma non volevamo solamente contornargli le orecchie, volevamo dargli un palcoscenico dove presentarsi. Così è nato What’s your Momentum?
In cosa consiste?
Artisti, scultori, musicisti, creativi tecnologici. In tutto 26 figure eclettiche che presentano i propri lavori con un video e una playlist Spotify.
Nominane qualcuno.
I primi due che abbiamo contattato: Pedro Reyes, che costruisce strumenti musicali partendo dalle armi e Di Mainstone che fa musica con i ponti.
Una piccola menzione, poi, per Dave Hakkens, l’inventore di Phonebloks.
Il Telefono modulare?
Quello. Un progetto che ci sta molto a cuore vista la sostenibilità che si porta dentro. Lo stiamo aiutando a creare bloks che possano generare la migliore esperienza di ascolto, come l’uso di microfoni scarsamente sensibili al vento.
Non solo progetti famosi però.
Non solo, no. C’è anche la parte Consumer Oriented con le Momentum Chains. Scarichi l’app, giri un video e decidi se agganciarlo a catene esistenti o crearne direttamente una nuova. I video più carini hanno possibilità di vincere un viaggio, delle Momentum o un abbonamento a Spotify. Potresti provarci Stefano: so che sei particolarmente sensibile a tutti e tre i premi.
Già, soprattutto a Spotify. Vabbé, A quanti video siamo arrivati?
600
Quale preferisci?
La Goooooal-celebration Chain, dove le persone mostrato il proprio supporto per la squadra del cuore in concomitanza coi Mondiali del Brasile.
Parliamo un secondo di te, ti va?
Mh.
Nessuna domanda impertinente. Giuro!
Let’s try.
Quante cuffie hai?
Tre.
Solo?
Una per lavorare fuori casa, una per guardare la TV e un paio di Momentum.
Ovvio.
Già.
E che musica ci ascolti dentro?
Brit Pop e Punk Rock.
Duro e puro. Inglese fino alle midolla. Ma seduto alla scrivania del lavoro sei sempre attaccato alle cuffie come me?
No. Quando lavoro ho bisogno di orecchie libere.
E ci parli anche al telefono con le cuffie.
Solo in viaggio.
Una cosa che ti riesce impossibile fare senza ascoltare musica.
Sognare.
Chiudiamo così?
Sì.
Ciao Uwe.
Ciao Stefano.