Wood’d è un brand di accessori in legno Made in Italy fondato nel Gennaio 2012 da Stefano e Andrea Aschieri e dalla loro volontà di non voler entrar a far parte dell’azienda di famiglia decidendo così di fondare qualcosa di innovativo utilizzando e reinventando le risorse che già avevano.
Sono stato subito affascinato da questo brand e dalla sua storia e proprio per questo ho deciso di incontrare Stefano e intervistarlo per saperne di più.
Come e quando è nata Wood’d?
Wood’d nasce nel 2012, quando io e Andrea ci ritroviamo a condividere nuovamente lo stesso tetto dopo che il lavoro lo aveva portato in giro per l’Italia per un periodo. L’idea di portare avanti un nostro progetto c’è sempre stata, e l’azienda famigliare ci è sembrato il luogo perfetto da dove partire. Io e Andrea rappresentiamo la terza generazione dopo i nostri genitori e nostro nonno a lavorare in un ambiente manifatturiero. Il nostro obiettivo era la creazione di un Brand che producesse accessori in legno di supporto alla tecnologia per il mercato fashion. Il motore che spinge Wood’d è la cooperazione di processi produttivi tradizionali e innovativi, la voglia di seguire il prodotto in tutta la sua evoluzione, dai primi disegni alla sua comunicazione.
Chi sono Stefano e Andrea Aschieri? Quali esperienze hanno fatto prima di fondare Wood’d?
Io vengo da una formazione nel mondo della comunicazione, ho studiato New Media a Milano, ho lavorato come fotografo, assistente fotografo e film-maker. Andrea invece dal mondo della moda, ha studiato Fashion Business e lavorato come visual merchandiser in giro per l’Italia. Credo che queste due anime di Wood’d si notino molto nel nostro lavoro.
Il legno è un materiale molto in voga in questo momento. Pensate che sia solo una moda o che il legno sia veramente un materiale che ha caratteristiche speciali e uniche?
Il legno è un materiale in voga in questo momento, vero. Ma penso che in qualche modo lo sia sempre stato e sempre lo sarà, e per il motivo che hai detto tu: ha caratteristiche speciali e uniche. In ogni caso: un discorso che da Wood’d affrontiamo quotidianamente, e la gran parte del nostro lavoro in progettazione sta nel superare i limiti che questo materiale comporta. Mi spiego meglio, ogni volta che cominciamo a lavorare ad una collezione, cerchiamo di dare al materiale il minore dei pesi possibile, disegniamo delle grafiche e fantasie che possano funzionare, aldilà che siano riportate su legno, plastica o altro. Nella nostra ultima collezione, “Forgotten Pleasures”, c’è stato un vero e proprio lavoro di storytelling, abbiamo ideato dei personaggi, abbiamo scritto le loro storie, abbiamo immaginato i loro vizi, virtù e rappresentato le località dove hanno vissuto. Tutto ciò per dire che credo sia difficile che un materiale “passi di moda”, a costo che la sua applicazione sia innovativa, interessante e sempre aggiornata.
Quante tipologie di prodotto realizzate? Qual’è il vostro bestseller ?
Wood’d è un brand di Lifestyle, e in quanto tale proponiamo prodotto di categorie merceologiche differenti: Cover per iPhone, docking-station, ferma-soldi, bracciali. La diversificazione è uno dei temi che più ci sta a cuore e rimane molto sensibile, sbagliare la scelta di un prodotto potrebbe significare anche danneggiare l’immagine di un brand.
Chi disegna e pensa i nuovi prodotti? E le grafiche?
La prima fase di progettazione per una nuova collezione è di brainstorming collettivo, in cui ognuno propone delle idee riguardo nuovi prodotti o nuove grafiche. Una volta definito un mondo di referenze si passa al design e assieme alla prototipazione. Questa è la fase più lunga in assoluto. L’ultima collezione, che abbiamo presentato a Gennaio, è composta da un centinaio di design differenti. Ma il lavoro principale rimane la ricerca, che con un prodotto fortemente grafico come il nostro assume un ruolo fondamentale. Anche se è un processo a cui tutto il team collabora attivamente, Andrea è chi più di tutti ha idea del risultato finale e di come la collezione deve essere. Mentre i grafici che lavorano con noi preparano i tecnici e ottimizzano i disegni.
Ho visto che avete fatto collaborazioni anche con brand molto importanti come Mercedes Benz. Come ha fatto una giovane start up come Wood’d ad arrivare a collaborare con un colosso come quello tedesco?
Bella domanda :) Se molte delle collaborazioni con Excelsior, Mercedes, Peugeot sono andate in porto credo per la nostra capacità di essere un’azienda dinamica e capace di adattarsi alle molteplici situazioni e richieste a cui si trova davanti. Abbiamo la fortuna di essere un team compatto ed eterogeneo, riuscendo in pochissimo tempo a trasformare l’’idea in prodotto, e a fornire un modesto ma completo piano di comunicazione. Per grosse aziende come quelle sopracitate l’interazione con strutture leggere e reattive può essere estremamente vantaggioso.
Quanto è importante il valore aggiunto del prodotto fatto a mano per Wood’d?
Importantissimo e per due motivi. Il primo è per l’esportazione. Lavoriamo molto all’estero e soprattutto con il mercato asiatico, dove le qualità e il tempo speso per l’artigianalità sono incredibilmente apprezzati e ricercati. Il secondo è per noi stessi, il fatto di essere un’azienda di produzione ci spinge continuamente a ricercare nuove metodologie e nuove tecniche. .E’ un ambiente incredibilmente stimolante dove crescere e lavorare.
Siete 2 ragazzi giovani ma questo non vi ha spaventato e avete dato inizio a questa avventura. Ve la sentite di salutarci dando un consiglio ai giovani che vorrebbero dare vita ad una propria start-up?
L’unico consiglio che mi sento di dare è di “non spaventarsi delle porte di servizio”. Mi spiego: io e Andrea siamo entrati nel mondo della manifattura dalla porta di servizio, così come anche in quello dell’imprenditoria e della comunicazione, ma quando il progetto èforte e la voglia di fare è tanta le strade si aprono. Noi siamo al livello 1 del nostro percorso, abbiamo un’infinità di chilometri da percorrere ma dobbiamo a questo approccio “laterale” alle cose parte degli obbiettvi che abbiamo raggiunto.