Esiste un Software all’avanguardia creato ad hoc per cultori e lavoratori nel mondo dell’Arte. Si chiama SpeakArt, e si prospetta avere una fenomenale portata innovativa. Con l’idea che “l’arte parla da sola”, è questo ad auspicarsi Angelica Maritan, CEO & founder del software che, dopo una decennale esperienza da ingegnere in cantieri e multinazionali, è diventata Business and Life Coach di se stessa.
L’idea di sviluppare una tecnologia che potesse arrivare all’identificazione di un’opera d’arte solo tramite scansione fotografica, allegandovi tutti i dati, documenti, certificati sensibili, creandone una vera impronta digitale, nasce dall’esigenza di fare chiarezza nel mercato artistico. Una sera, dopo una cena in casa, si trova sul divano con il padre, appassionato e collezionista d’arte, a chiacchierare sulle costanti difficoltà a reperire informazioni, in modo subitaneo e dettagliato, su opere di arte contemporanea della sua raccolta. Qui nasce l’idea. C’è poco spazio per sogni e ripensamenti poiché Angelica, donna concreta e volitiva, impiega due anni per la creazione di un programma che possa risolvere gli eterni problemi irrisolti su questioni di autenticità, rilevamento danni pre e post spostamento/prestito ma anche fornire un database in continuo aggiornamento per la catalogazione delle opere. Vince il bando per miglior progetto innovativo nel 2018. A seguire lavora sulla sua fisionomia, personalità, e per progettarne il lancio, nel 2019.
Solo al pensiero di avere uno scrigno digitale in cui reperire tutte le informazioni su opere d’arte, senza dovermi recare sempre alla fonte, mi fa sperare, parola di storica dell’arte. Per quanto riguarda l’autenticità, penso alla futura impossibilità di riproduzioni in ambito contemporaneo, ma anche alla configurazione che viene data ad un opera inserita all’interno del database, una volta riconosciuta dall’esperto, al quale non si sottrae nessun compito, anzi lo si facilita per la raccolta dei materiali. Sui danni, facilmente riconoscibili dal software perche l’impronta digitale dematerializzata è in grado di percepire ogni tipo di modifica riportata sull’opera, la garanzia è massima per il prestatore, così come per le compagnie assicurative.
In più, non appena nascerà l’app mobile, sarà possibile fare una fotografia all’opera con lo smartphone che, tramite scansione, permetterà di scaricare tutti i dati inerenti in tempo reale, facilmente consultabili da qualunque piattaforma.Bisogna che si crei una rete informatica che renda massimo il potenziale dell’applicazione, e di conseguenza la fruibilità dell’arte, da parte di tutti. Ricercatori, storici, studenti, collezionisti, galleristi, registrar. Non meno gli artisti viventi, che avrebbero uno spazio privilegiato per veder crescere la loro opera, totalmente assicurata nella sua unicità, grazie anche alla possibilità di digitalizzazione della firma.Il mondo dell’arte, composto da curiosi, appassionati, esperti e tecnici, stava aspettando un’avanguardia come questa, ora SpeakArt deve solo divenirne parte integrante.