A sei giorni dalla fine del Sonar, a Barcellona si respira un’atmosfera da “quiete dopo la tempesta”: la tempesta sono le 84.976 persone venute per assistere al grande Festival di musica elettronica e tra queste, la sottoscritta. Un totale di 196 performance e attività di artisti provenienti da ben 24 paesi diversi. Grande novità di quest’anno era lo sdoppiamento del Sonar svoltosi, oltre a Barcellona, anche a la Coruña in Galizia.
Il mio personale viaggio nel Festival è iniziato giovedì 17: ho inaugurato il mio Sonar 2010 con gli svizzeri Round Table Knights che ci hanno dato la giusta carica dalla consolle del Sonar Village, nel fantastico cortile del Centro di cultura contemporanea di Barcellona. Sotto il sole, mojitos alla mano, siamo passati al tendone/laboratorio Red Bull Music Academy nel Sonar Dome, lo scenario più sperimentale, a sentire l’elettronica del canadese Caribou, per poi tornare di nuovo dai Knights nel Village, fino a che il cielo non è diventato scuro ed è calato il sipario sul primo giorno del Festival.
Il secondo, venerdì 18, era il giorno che attendevo di piu: entusiasmo e carica alle stelle, Sonar by day è iniziato con il fantastico dj set del trio americano Lemonade ed è continuato con il concerto della rock band inglese New Young Pony Club, per finire alle 21 con la performance di chiusura dei baschi Delorean. Dal palco del Sonar Village hanno iniziato con i pezzi dell’ultimo album Subiza per terminare con la loro “As time breaks off”. Una bella giornata pop-rock e strumentale.
Qualche ora di “descanso” e poi via alla Feria, per assistere alla prima serata di Sonar by night: programa alla mano, appena entrata mi hanno “accolto” gli Lcd Soundsystem. Senza capire bene quale fosse il Sonar Lab, Club o Pub, sono finita poi a sentire Plastikman e mi sono divisa a fatica tra i grandi The Sugar Hill Gang (fantastici, solamente con il loro classico “Rapper’s Delight” hanno scaldato l’intera folla che li ascoltava all’aperto nello spazio Sonar Lab) e Dixon. La festa è continuata poi con gli ormai visti e stravisti, ma sempre piacevoli, 2 many djs, Boka Shade ed è terminata, sole in alto nel cielo e ancora grande folla, con Carte Blanche (DJ Mehdi & Riton).
Sabato 19, ultimo giorno, era quello del concerto degli attesissimi Chemical Brothers che hanno presentato l’ultimo album “Further”, il settimo della loro carriera. Non ho potuto purtroppo vedere altro ma il programa di quest’anno era senza dubbio dei più ricchi e spettacolari. Un mio amico spagnolo dice che il Sonar per lui “es lo mas parecido al paraíso”. Esagerato o meno, di certo, durante il Festival, Barcellona è una città diversa: guardate soltanto la scultura Spectra dell’artista giapponese Ryoji Ikeda, istallata durante il Sonar, un vero e proprio fascio di luce che illuminava il cielo di Barça ed era visibile da ogni quartiere della città. Impressionante!